faver - MOLIN DE PORTEGNACH 

Storie di emigrazione “Senza far rumore” 

FAVER. Storie di emigrazione. Di ieri e di oggi. La val di Cembra ne è ricca. E il documentario “Senza far rumore”, scritto e realizzato da un gruppo composto da Barbara Fruet, Stefania Viola e...



FAVER. Storie di emigrazione. Di ieri e di oggi. La val di Cembra ne è ricca. E il documentario “Senza far rumore”, scritto e realizzato da un gruppo composto da Barbara Fruet, Stefania Viola e Gianpiero Mendini (al montaggio e alla fotografia) ne è testimonianza. Il doc sarà presentato questa sera al Centro culturale Molin de Portegnach a Faver (alle ore 20,30). Sostenuto dalla Piattaforma delle Resistenze delle Province di Trento e Bolzano (attraverso un apposito bando, fa parte del progetto “Senza far rumore. Emigranti in val di Cembra ieri e oggi” che ha preso corpo in collaborazione con l’ufficio emigrazione della Provincia di Trento e l’associazione culturale Sorgente ’90. «In una valle periferica del Trentino, due generazioni si raccontano – riassumono le registe – Trenta, quaranta, cinquant’anni di storia a separarle, l'esperienza della migrazione ad unirle. Cosa è cambiato in questi anni? Quali sentimenti muovono le persone ancora oggi? Speranze, sogni, delusioni, fatica: sono davvero tanto mutati insieme al tempo trascorso?».

«Il film – proseguono - rappresenta il punto di arrivo di un percorso durato un anno intero, durante il quale abbiamo raccolto storie, ascoltato il punto di vista delle persone, interrogato le istituzioni della valle, incontrato gli studenti della scuola media di Verla di Giovo». Un percorso che, come ormai si usa, è anche documentato, passo dopo passo, su una pagina Facebook dedicata. Dopo aver ascoltato le “voci” della valle, Barbara Fruet e Stefania Viola sono andate a Berlino, in Germania, a Genk (Belgio) e a Stoccolma, in Svezia per raccogliere le testimonianze di cembrani che risiedono lì da anni. «L'obiettivo – riflettono le autrici - era quello di tessere una rete intergenerazionale e, attraverso un legame tra storia e cronaca, raccontare vite e scelte». (pa.pi.)















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