«Le gestioni associate? Un fallimento» 

Il sindaco di Segonzano Villaci torna sul tema. «I comuni devono avere la possibilità di poter uscire da questa morsa»



SEGONZANO. Martedì sera l’assessore Daldoss e il presidente Rossi hanno incontrato i sindaci coinvolti nelle gestioni associate per una ricognizione sullo stato di fatto e per vedere quali sono le criticità. Tra questi c’era il sindaco di Segonzano Pierangelo Villaci, che sulle gestione non ha mai nascosto le sue forti perplessità. “La legge sulle gestioni associate obbligatorie - scrive in un lungo intervento - è stata, a mio avviso, una pesante violazione dell'autonomia dei comuni: ci è stato imposto obbligatoriamente di associarsi con altri municipi fino a raggiungere insieme almeno 5000 abitanti o andare a fusione con quelli vicini».

Anche gli "ambiti" sono stati "calati dall'alto", prosegue il sindaco, “ed è successo che alcuni comuni che stavano già gestendo in associata uno o più servizi con un comune vicino abbiano dovuto riprogrammare tutto perché non rientrava nell'ambito scelto dalla Provincia. Ora dalla discussione è apparso evidente che la maggior parte delle amministrazioni è completamente insoddisfatta e ha avuto un peggioramento della qualità dei servizi forniti ai cittadini. Ne hanno beneficiato i comuni molto piccoli associati ad uno grande che hanno usufruito di tutti i servizi di quello molto strutturato. Per gli altri comuni (anche nel nostro caso sebbene sin dall'inizio ci siamo applicati con impegno verso una novità che poteva dare positivi sviluppi) le gestioni associate sono state un fallimento. Ora il centro-destra ha messo nel proprio programma la possibilità di uscire da questa "morsa" per i comuni in cui le associazioni non funzionano e penso che lo stesso debba fare anche l'attuale Giunta provinciale. Certo, associarsi ha un senso ed è nello spirito della nostra Autonomia, ma il sindaco di un comune molto piccolo che ha uno o due servizi carenti, deve poter associare solo quelli con il comune vicino senza l'obbligo di farlo per tutti e la Provincia deve "premiare" questa forma di cooperazione”.

Villaci prosegue parlando degli "spazi finanziari": “Con questo termine strano si intende la possibilità per i comuni di spendere gli avanzi di amministrazione. Leggendo i giornali sembra che ai Comuni vengano assegnati fondi dalla Provincia, in realtà è la possibilità di spendere una parte della nostra "musina". Anche quest'anno l'assessore a maggio ci concede la possibilità di utilizzare una parte di questi avanzi a patto che si riescano ad appaltare i lavori entro il 31/12. Quest'anno vengono concessi ai comuni trentini 50 milioni di "spazi finanziari", ma noi tutti gli anni produciamo un avanzo ordinario di circa 70 milioni di euro, che non riusciamo a spendere. Quale il motivo di questa diseconomia? Sicuramente il primo è che i comuni che erano dimensionati con il personale ridotto all'essenziale perché i sindaci che ci hanno preceduto preferivano realizzare opere pubbliche anziché avere organici sovradimensionati. Il blocco delle assunzioni in circa 6 anni ha portato negli enti locali una riduzione di oltre 400 dipendenti. I comuni della mia gestione associata avevano 7 anni fa un terzo di dipendenti in più”

Infine, conclude Villaci, “sono inoltre enormemente aumentati obblighi e adempimenti legislativi e amministrativi, e alla notevole massa di quelli "statali" noi forti della nostra Autonomia riusciamo ad aggiungerne molti altri. Credo che anche chi si sente di aver lavorato bene in questi anni per aver prodotto molte leggi dovrà in futuro cercare di produrre semplificazione, sburocratizzazione, eliminare la stratificazione legislativa rendere la vita più facile agli amministratori ai dipendenti e sopratutto ai cittadini”.















Scuola & Ricerca

In primo piano

Economia

Industria trentina: prosegue il calo delle assunzioni, allarme dei sindacati

I dati di ottobre dell'Agenzia del lavoro segnano un -13,8%, nei primi dieci mesi dell’anno i nuovi contratti nel manufatturiero sono scesi dell’8,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. La perdita è compensata da posti meno qualificanti nel commercio e nell'agrcoltura. Cgil Cisl Uil chiedono alla Provincia misure più mirati e efficaci per aiutare il settore in sofferenza