Lavis, centro di gravità del judo europeo 

Oggi e domani attesi più di mille atleti. Il vicesindaco Paolazzi: «Promuove territorio e valori sani»


di Daniele Erler


LAVIS. Per due giorni Lavis si trasforma nella capitale del tatami, per il trofeo di judo che si tiene oggi e domenica. Al Palavis sono attesi più di mille atleti un po’ da tutta Italia e pure dall’estero: da Lombardia, Toscana, Marche, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Austria, Slovenia e Lituania. Il trofeo è ormai giunto alla sua dodicesima edizione, ma non ha mai smesso di crescere di anno in anno. Portando anche un certo indotto per le attività del paese: «Per noi è un grande motivo di soddisfazione riuscire a coinvolgere così tanti sportivi, molti dei quali sono di alto e altissimo livello – spiega Lorenzo Gabbi, allenatore, anima e presidente del club “Judo Lavis” –. Se consideriamo anche gli accompagnatori, ogni anno arrivano a Lavis quasi duemila persone». Anche perché gli atleti sono di tutte le età: si parte da quelli più piccoli che hanno appena fra i quattro e i cinque anni e poi si arriva fino agli adulti. Sul parterre del Palazzetto sono montati sei tatami, con gli incontri che si svolgono in contemporanea, con gironi all’italiana a eliminazione diretta. È uno spettacolo – a ingresso gratuito – anche per i profani del judo, la nobile disciplina di difesa personale, nata in Giappone nel 1882 per volontà del maestro Kano Jigoro. «Questa manifestazione richiede un grande impegno da un punto di vista organizzativo e promozionale – dice Gabbi –. E non lo nego, è anche faticoso. Però vedere il Palavis pieno di sportivi, tifosi e appassionati è lo stimolo per andare sempre avanti, anche con pochi sponsor, per riuscire a migliorare ogni anno la manifestazione».

Il vicesindaco e assessore allo sport di Lavis, Luca Paolazzi, ricorda che questo è diventato ormai «uno degli eventi sportivi più importanti del nord Italia. Contribuisce a promuovere nel migliore dei modi il nostro Comune, il nostro territorio e i valori più sani dello sport giovanile». «Lo sport – continua Paolazzi – è uno dei pilastri della nostra comunità. Così vogliamo promuovere il valore dello stare insieme, del rispetto dell’altro e del benessere proprio e di tutti. Perché lo sport è soprattutto divertimento, ma è anche occasione di incontro e di inclusione». Anche perché dietro le quinte del mondo sportivo lavisano, e il judo non fa eccezione, c’è un esercito di volontari. Che non insegnano solo lo sport, ma più in larga misura il rispetto per le regole e anche per l’avversario. Si inizia oggi con i più piccoli: dai bambini (classe 2014 e 2015) ai ragazzi (2009 e 2008).

Domani invece tocca alle altre categorie, a partire dagli esordienti A (anno 2007) e andando avanti fino ai seniores (dal 1998) e i masters. (d.e.)

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