In cantina 20 mila bottiglie di Vino Santo Trentino 

Cerimonia in streaming. L’emergenza virus ha impedito (è prima volta che succede) lo storico  rito della spremitura delle uve Nosiola. Ciascuna delle 8 aziende produttrici ha fatto la propria


Carlo Bridi


Valle dei laghi. L’emergenza Covid-19 ha impedito anche il rito storico della spremitura delle uve Nosiola per la produzione del Vino Santo Trentino. Ed è la prima volta che succede, come segnalano le otto aziende vitivinicole della Valle dei Laghi che a turno, insieme alla Cantina Sociale Toblino, si occupano di questa importante fase della produzione del famoso nettare dorato.

Il past president

Quest’anno, spiega Marco Pisoni, past president dell’Associazione Vignaioli Vino Santo, si sono dovute celebrate tante piccole spremiture, ciascuna nell’azienda propria, tranne nei casi in cui due aziende produttrici siano confinati. La cerimonia ufficiale si è svolta in quella di Graziano Poli; tutti gli altri vignaioli l’hanno seguita dalle loro case o cantine in collegamento streaming.

Trend in calo

Il numero di bottiglie che con l’uva nel 2019 rimasta fino ad ora sui graticci si potrà produrre, è lievemente inferiore al numero medio degli ultimi anni: 20.000 bottiglie circa da 0,375 litri. Viene così confermato il costante trend negativo nella produzione, che infatti nell’arco degli ultimi 10 anni si è dimezzato. Questo vino verrà messo in vendita fra 6-7 anni, ricorda il past president. Ma tutti i produttori hanno in cantina bottiglie anche di 13-14 annate.

Mercato in crisi

Con l’occasione abbiamo chiesto Pisoni informazioni sull’andamento del mercato in tempo di coronavirus. «Considerato che si tratta di un prodotto per amatori che sono nella quasi totalità dei consumatori finali, il Vino Santo Trentino ha sofferto meno della crisi che sta colpendo anche noi vignaioli. Per quanto riguarda gli altri vini, la nostra clientela è soprattutto quella di Horeca, ossia il settore che comprende gli hotel, i ristoranti e le enoteche, ora chiusi perché non ritenuti strategici per la sopravvivenza. Di conseguenza i consumi sono crollati».

«Per la nostra azienda la situazione è ancora più grave, perché nostro più importante canale è quello dei turisti che le agenzie ci mandano in continuazione a visitare cantina, a fare gli assaggi e la merenda con i prodotti trentini per concludere poi regolarmente con gli acquisti dei nostri vini.

Ebbene, le agenzie turistiche hanno cancellati tutti gli arrivi dei gruppi per tutto l’anno. Ora l’unica speranza che ci rimane è che possa ripartire presto almeno il turismo locale, perché per quest’anno il grande flusso di turisti dell’area tedesca ce gli possiamo sognare».

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