Il trasferimento al “Cason” scatena le ire dei genitori
La protesta a Mezzolombardo. I ragazzi dell’Istituto Martini iscritti al liceo di scienze umane trasferiti nell’ex scuola media. Lettera al presidente della Provincia per un dietrofront
Mezzolombardo. Sono sul piede di guerra i genitori degli studenti del liceo di scienze umane, iscritti all’istituto Martino Martini. I loro ragazzi il prossimo anno saranno trasferiti nell'ex scuola media di Mezzolombardo, nel cosiddetto “Cason” di via Filzi. Passeranno da un edificio moderno e all’avanguardia a uno datato, con caratteristiche completamente diverse, per usare un eufemismo. La scuola ha preso questa decisione per dare una risposta all’aumento di iscrizioni degli ultimi anni. Una parte dei genitori e degli studenti ora hanno scritto una lettera, indirizzata al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, all’assessore Mirko Bisesti e al sindaco Christian Girardi. È un tentativo in extremis, a pochi giorni dall’inizio della scuola, per spiegare, nero su bianco, i motivi del dissenso. Con la speranza che qualcuno li stia ad ascoltare.
La protesta
Anche il fattore tempo è uno dei motivi della protesta. Perché questo trasferimento è stato ufficializzato solo a metà agosto: ovvero a meno di un mese dall’inizio della scuola. In piena estate, la scorsa settimana è stato organizzato un incontro fra genitori, studenti e la dirigente scolastica, Tiziana Rossi. La decisione comunque era già stata presa e le proteste non hanno portato a passi indietro. La questione è riassunta bene nella lettera di protesta, scritta ora da genitori e studenti: «In maniera tardiva e senza alcun preavviso, il 19 agosto la dirigente dell’Istituto Martino Martini di Mezzolombardo ha comunicato lo spostamento delle sette classi del liceo scienze umane, opzione economico e sociale, dalla sede di via Perlasca – una sede nuova e strutturata per fornire insegnamenti all’avanguardia – alla sede di via Filzi 4, nota come “Cason”, fatiscente e “provvisoria”. Le motivazioni di tale spostamento sono la “crescita” dell’Istituto e il fatto che i corsi di questo indirizzo non hanno bisogno di laboratori».
Aspettative tradite
«Purtroppo – continua la lettera – gli studenti che hanno scelto l’Istituto Martino Martini hanno basato la loro scelta proprio sulle novità didattiche fornite dalla sede di via Perlasca, stimolanti e innovative, preferendole a quelle di altre sedi più tradizionali, come Trento o Cles. Ora, dal 12 settembre, gli studenti si troveranno ad affrontare corsi tradizionali, sugli stessi banchi utilizzati finora dagli studenti delle scuole medie, in un edificio noto in zona per la sua decrepitezza. Con questa soluzione noi crediamo che le aspettative di studenti e genitori siano state tradite. La notifica tardiva di tale “adeguamento” non ha consentito di cambiare strada, per trovare soluzioni alternative agli studenti. Riteniamo che la scuola abbia tradito il patto fatto con gli studenti al momento dell’iscrizione e questo, per loro, è il peggior insegnamento possibile. Chiediamo al presidente della Provincia e agli uffici competenti di trovare soluzioni coerenti, all’altezza del sistema formativo per il quale la provincia di Trento è nota».
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