le minoranze di mezzolombardo 

«Il referendum sui tigli questa volta dev’essere fatto»

MEZZOLOMBARDO. Tutti i consiglieri di minoranza chiedono che il referendum chiesto (anzi: ri-chiesto) dal comitato “Sotto i tigli” si faccia. “Riteniamo che il referendum sui tigli di via Degasperi...



MEZZOLOMBARDO. Tutti i consiglieri di minoranza chiedono che il referendum chiesto (anzi: ri-chiesto) dal comitato “Sotto i tigli” si faccia. “Riteniamo che il referendum sui tigli di via Degasperi (foto) vada fatto – affermano - in quanto ci sono 1.000 firme di cittadini che lo richiedono da tempo e un gruppo di persone, il Comitato, si è speso con grande impegno. Non stiamo a dilungarci e non vogliamo trovare “colpevoli” per questa situazione che si trascina da tempo: sono già stati versati fiumi di parole ed è tempo di concretizzare quanto dibattuto da molto tempo, ma nel rispetto delle regole. Più che entrare nel merito della questione, intendiamo in questo momento prendere posizione sul diritto dei cittadini a potersi esprimere attraverso il referendum”. Occorre ricordare che la prima richiesta di referendum aveva avuto parere contrario non solo da parte dell'amministrazione comunale ma anche del Difensore civico che aveva ritenuto il quesito proposto dal comitato non conforme al regolamento comunale. Ovviamente il quesito ri-proposto dal comitato non è lo stesso: è stato riformulato tenendo conto delle osservazioni del difensore civico. “Il referendum – continuano i consiglieri di minoranza Rossi, Girardi, Viola; Vedovelli, Mazzoni, Aldrighetti - è un istituto previsto dai regolamenti del nostro Comune e se viene reso non percorribile dai cittadini non vediamo l’utilità di prevederlo come strumento di partecipazione. È uno strumento che potrebbe essere utile alla stessa amministrazione, anche nel caso specifico della sistemazione di via Degasperi, per poter legittimare con il consenso dei cittadini un intervento comunque importante e dibattuto da tempo. Ci teniamo a ribadire che anche per noi, e sostenere il contrario sarebbe arbitrario e fuorviante, la sicurezza dei cittadini rimane in primo piano: lo è, crediamo, per tutti. Poi ci sono naturalmente altre considerazioni da tener conto. Confidiamo che non ci siano “colpi di mano” o accelerazioni nelle decisioni: c’è il tempo per poter intervenire, dopo l’esito di un risultato referendario”. (m.w.)













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