I lavori alla strada dei “bròzi” cancellano un pezzo di storia

Calavino. Si stanno effettuando in queste settimane lavori di rifacimento di alcuni tratti di pavimentazione della vecchia strada dei “bròzi”, ossia della carrareccia di montagna che dal paese di...


Mariano Bosetti


Calavino. Si stanno effettuando in queste settimane lavori di rifacimento di alcuni tratti di pavimentazione della vecchia strada dei “bròzi”, ossia della carrareccia di montagna che dal paese di Calavino sale lungo il versante del Bondone, intersecando diverse località, sfruttate nel passato per il trasporto del fieno e delle “part o sòrt” della legna da ardere. Il lavoro, finanziato col contributo (70%) dei Fondi Europei per lo Sviluppo Rurale, consiste nella sostituzione del vecchio lastricato in parte mancante con la nuova pavimentazione, sempre lastricata, posata su un letto di ghiaia ricoperto per compattare gli interstizi tra una pietra e l’altra da ghiaino.

Un lavoro indubbiamente valido per la stabilità stradale, ma che purtroppo – come sottolinea la maggior parte delle persone che vi transitano per la passeggiata in montagna dei fine settimana – distrugge un pezzo importante di storia comunitaria, quella, ad esempio, segnata dai profondi solchi scavati nella vecchia massicciata dal passaggio delle ruote dei “bròzi”. Queste persone ritengono che, dato l’uso quasi pedonale della vecchia strada di montagna, dal momento che per il trasporto della legna ci si serve solitamente della strada provinciale del Bondone e di piste forestali realizzate ad hoc per raggiungere l’area dell’assegnazione delle “sort”, si sarebbe dovuto fare un intervento meno invasivo, cercando di mantenere i “segni storici” della viabilità montana; o dare priorità d’intervento ad altre carrarecce in peggiori condizioni per quanto riguarda la stabilità e la sicurezza e più utili ai fini della viabilità rurale per i mezzi agricoli.

Tornando alla “strada dei bròzi”, sappiamo che è citata niente meno che nella Carta di regola di Calavino del 1762; ad essa sono dedicati diversi articoli riguardo alla manutenzione a cura degli stessi abitanti (un componente per famiglia), al divieto del taglio delle piante lungo i lati per mantenere l’ombreggiatura,… Ci sono poi dei toponimi significativi che richiamano l’attività di un tempo “la pòlsa dei serlàti” (pietra su cui sono incisi 2 accette per indicare il luogo della sosta per chi saliva), “la Piegada” (tratto di strada con una secca conversione a “s”), “el Rivoltèl” (tratto ripido della strada nei pressi del castello di Madruzzo).













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