lavis - otto ore di sciopero alla pintarelli 

I lavoratori chiedono più soldi in busta e meno precariato 

LAVIS. L’aumento dei salari, una migliore organizzazione degli orari e la stabilizzazione del precariato: sono le richieste degli operai che hanno scioperato ieri, con un presidio all’esterno della...



LAVIS. L’aumento dei salari, una migliore organizzazione degli orari e la stabilizzazione del precariato: sono le richieste degli operai che hanno scioperato ieri, con un presidio all’esterno della loro azienda specializzata in vernici, la Pintarelli di Lavis. Sotto il sole cocente di una giornata di piena estate, una decina di operai hanno difeso le loro ragioni, astenendosi dal lavoro per otto ore. Lo sciopero è stato proclamato dalla sezione trentina della Fiom. «L’azienda ha compiuto i trent’anni nel 2017 – dice Aura Caraba, funzionaria del sindacato – alcuni di questi operai lavorano qui da più di dieci anni. I dipendenti sono 14, a cui si aggiungono una decina di altri lavoratori con il contratto interinale. La situazione in cui ci troviamo non è nuova: i dipendenti storici si sono già mossi da tempo per presentare le loro rivendicazioni all’azienda. In primavera avevano scritto una lettera per chiedere degli aumenti contrattuali. L’azienda aveva promesso una risposta entro una settimana. Se siamo qua è perché non ne hanno tenuto conto».

Verso fine maggio gli operai hanno cercato di eleggere una rappresentanza sindacale interna all’azienda, ma servono almeno 15 dipendenti perché la rsu possa essere riconosciuta. «Ci sono aziende altrettanto piccole ma che, per sanare i conflitti, hanno riconosciuto comunque una rappresentanza con cui dialogare – spiega Caraba –. Ovviamente non hanno agibilità sindacale, ma sono delegati, scelti dai colleghi per trattare con l’azienda». Fra i dipendenti fissi, ieri hanno scioperato in 8 su 14. La metà di loro sono operai di quinto livello: «Le paghe – dice Caraba – sfiorano i 1.400 euro lordi: le professionalità degli operai, anche quando sono riconosciute dall’azienda, non si rispecchiano nei loro stipendi». (d.e.)













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