Giornate Fai d’Autunno 

Folla nei rioni di Calavino  

Calavino. Sabato pomeriggio e dalle prime ore della mattina di domenica un flusso continuo di persone ha risposto all’invito delle giornate del “Fai d’Autunno” invadendo, suddivise in gruppi con...



Calavino. Sabato pomeriggio e dalle prime ore della mattina di domenica un flusso continuo di persone ha risposto all’invito delle giornate del “Fai d’Autunno” invadendo, suddivise in gruppi con guida, le vie del centro storico di Calavino, che ha destato una curiosità incredibile per le caratteristiche storico-architettoniche di un abitato (a molti visitatori sconosciuto o quasi), con una storia interessante, ravvivata da recenti iniziative editoriali a cura soprattutto dell’associazione culturale “Retrospettive”. Diversi gli itinerari proposti dai giovani del Fai trentino anche sul tema “acqua”, visto che Calavino con la sua roggia e molteplici sorgenti è l’unico paese della valle di Cavedine che presenta un’eccezionale ricchezza di questo bene primario. Al fine di agevolare l’incessante turnazione dei gruppi di visitatori, si è ritenuto costruire dei percorsi, tenendo presente l’antica suddivisione rionale del paese: il “Mas” il primo nucleo abitativo, situato nella parte bassa, “Mezza Villa”, in posizione mediana dove era ubicata la sede logistico-organizzativa, “Bagnòl” a sud ed infine “Piazza” nella parte alta di accesso alla cinquecentesca chiesa parrocchiale, in particolare alla cappella madruzziana e alla tela del Fogolino. All’ultimo momento, grazie alla disponibilità della famiglia De Eccher, è stata inserita (fra il resto uno degli itinerari più gettonati) anche la visita ai giardini di palazzo de Negri di S.Pietro ed alla suggestiva cappella, restaurata alcuni anni fa. Si è ricostruita così a tappe la storia comunitaria di questo paese, che ha costruito la sua economia nei secoli scorsi, fino cioè all’introduzione dell’energia elettrica, appunto sul corso del suo torrente: funzionavano, infatti, fino a fine ‘800, ben una trentina di attività artigianali a partire dai numerosi mulini per la macinazione del grano, delle segherie veneziane (erano ben 4), dalle gualchiere (o “folli”) per la lana, per la lavorazione della canapa, dalle numerose fucine per il maglio o per l’alimentazione del fuoco mediante la “bot de l’òra”. M.B.













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