Colletta per aiutare la famiglia Verones
Terlago. A due settimane dall’incendio che ha distrutto la stalla a Covelo, gli amici dei “Giosi” fanno appello alla solidarietà
TERLAGO. «Aggirandosi tra i capannoni bruciati, vuoti e senza vita è inevitabile farsi prendere dallo sconforto e dal dubbio se valga la pena abbassare ancora la testa e ricostruire tutto. Ma ci sono le nuove generazioni della nostra famiglia, energie e idee nuove. E forse sì, forse ne vale davvero la pena». A dirlo è Mauro Verones, pochi giorni dopo che la stalla di famiglia – la Giosi Farm – a Covelo, a pochi chilometri da Terlago, è stata distrutta da un terribile incendio, nella notte dello scorso 11 dicembre.
È difficile, anche a Natale, richiudere le ferite ancora aperte: dimenticare il fumo che si alza dalla stalla immersa nella neve, con le fiamme che hanno ucciso quasi tutti gli animali. No, non è facile: ma per cercare di portare un po’ di conforto a una famiglia piegata dalla sventura e ancora bloccata dalla burocrazia, in questo periodo di Natale, alcuni amici si sono ritrovati per promuovere una raccolta di fondi: «Il loro dolore è diventato anche il nostro», dice Antonella Brugnara, una degli amici della famiglia Verones, i “Giosi”, soprannome che deriva dal bisnonno Giosafat. «Il regalo più bello sarebbe vedere sul loro viso un leggero sorriso e nei loro cuori un po’ di speranza».
Sono passate due settimane da quella notte, le cause dell’incendio non sono ancora chiare, forse è partito tutto da un corto circuito. «Sono una famiglia speciale, dei grandi lavoratori, vorrebbero ripartire ma bisogna aspettare la burocrazia, i periti, le assicurazioni – si sfoga Brugnara –. Sono pronti al sacrificio, a rimboccarsi le maniche, a non farsi spaventare dagli ostacoli. Ma quello che è successo è più grande di loro: vorremmo poterli aiutare».
Per riuscirci hanno aperto un conto, all’insaputa della famiglia. Tutti possono dare un contributo, l’iban è IT 45 K08139 348600 0000 6120 499, intestato a Milena Paris e Graziano Verones.
Mauro Verones è uno dei Giosi. Anche se la vita lo ha portato lontano dalla stalla, ha mantenuto un legame con l’azienda dove lavorano fratelli e nipoti. «I miei genitori Vittorio e Cornelia si sono sposati nel 1960 e hanno avuto sei figli – spiega Mauro – con loro è cresciuta l’azienda agricola. I soldi non c’erano, sono stati anni di fatiche e lavoro». Tre generazioni di Giosi hanno reso la Giosi Farm fra le realtà più solide e conosciute del Trentino, poi l’incendio. «Il bilancio è devastante, abbiamo perso mucche e macchinari – dice Mauro –. Quella notte ha segnato profondamente la nostra vita. Ma in questi momenti di sconforto ci si accorge della solidarietà incredibile che i colleghi allevatori sanno dimostrare. Noi Giosi siamo tenaci, vogliamo tenere vivo lo spirito di papà Vittorio che non c’è più. Non vogliamo chiudere un’esperienza lunga più di cinquant’anni». È difficile rialzarsi quando tutto brucia. Ma l’incendio ormai è spento, il sogno dei Giosi invece no.