Cavedago, la Provincia lima la variante 

Approvata dalla giunta la modifica al Prg stralciando le parti ritenute critiche per motivi urbanistici e vincoli più rigidi


di Rosario Fichera


CAVEDAGO. Con l’approvazione con modifiche della Giunta provinciale, avvenuta venerdì scorso, si è chiuso, dopo quasi due anni, l’ormai “caso” sulla variante al Prg (Piano regolatore generale) del Comune di Cavedago, che ha avuto una storia molto travagliata con denunce, interrogazioni in Consiglio provinciale, dichiarazioni d’incompatibilità, chiarimenti da parte dell’amministrazione comunale, culminata con la nomina finale di un Commissario ad acta da parte della Provincia.

La variante al Prg, predisposta nella prima versione già nel luglio del 2016 da parte dello stesso commissario ad acta e che prevedeva nuovi insediamenti infrastrutturali e abitativi da destinare a prima casa e un aggiornamento cartografico e normativo dello stesso Piano ai sensi della nuova legge urbanista provinciale n. 15/2015, dopo un serie di richieste di ulteriori chiarimenti, modifiche, stralci, deduzioni e controdeduzioni, ha ricevuto, infatti, il semaforo verde dalla Provincia con l’esclusione, però, delle cosiddette “previsioni residenziali individuate con le varianti 23, 26, 15, 2, 3, 1 e 7” e lo stralcio della previsione del cambio d’uso di alcuni “baiti” presenti in aree agricole.

Le varianti 1, 7 e parte della 26 sono state stralciate perché ritenute critiche per motivi di natura idrogeologica e urbanistica. Le altre in causa perché le richieste non rispondono a specifici fabbisogni abitativi primari, per le quali la recente legge urbanistica provinciale è diventata ancora più rigida per salvaguardare il principio di limitare il consumo del suolo.

A questo riguardo l’Ufficio urbanista e tutela del paesaggio della Provincia, basandosi anche sulle osservazioni e pareri espressi dalle Conferenza di Pianificazione e della Conferenza di Servizi, aveva chiesto al Comune una puntuale motivazione in ordine alla rispondenza di dette previsioni agli specifici fabbisogni abitativi primari, ritenendo troppo generica, così come indicato invece nelle richieste di varianti, la motivazione “destinazione a prima casa”. Osservazione alla quale il Comune ha poi risposto specificando che “non si sono riscontrati agli atti elementi utili ai fini del fabbisogno abitativo primario”.

Alla luce di questo riscontro negativo lo stesso Servizio urbanistica, in data 14 settembre 2017, ha quindi concluso affermando che “stante la mancanza delle motivazioni richieste per assicurare l’obiettivo di limitare il consumo di suolo al solo fine di rispondere a esigenze abitative primarie, si rileva che non sussistono gli elementi per giustificare le nuove previsioni individuate con le varianti 23, 26, 15, 2 e 3. Ai sensi dell’articolo 38, comma 2 della Legge provinciale n. 15/2015 si chiede quindi lo stralcio di dette previsioni dai contenuti del piano, al fine dell’approvazione da parte della Giunta provinciale”.

Inoltre, ha aggiunto lo stesso Servizio, considerato che la nuova legge urbanistica provinciale e la relativa disciplina attuativa, prevalgono sulle disposizioni difformi contenute nei regolamenti edilizi comunali, nei Piani territoriali Comunitari, nei Prg e nei piani dei parchi naturali provinciali, va stralciata la previsione di cambio d’uso ammessa su singoli edifici asteriscati i (“baiti” ndr), presenti in area agricola. Conclusioni che lo scorso 27 novembre sono state applicate dal Comune di Cavedago e che, con i relativi stralci, hanno portato quindi all’approvazione della variante del Prg.













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