Calavino, raccolta fondi per il forno di comunità
Sarà costruito nel parco del Nadac e potrà diventare occasione di incontro Progetto lanciato da tre ragazzi e dalla Pro loco. Mancano ancora 1.400 euro
CALAVINO. Del pane, dei suoi tanti significati simbolici è piena la Storia, quella con la “s” maiuscola. Ha suggellato relazioni e legami ma anche fomentato scontri sanguinosi, dal Mediterraneo alla Mesopotamia. Il pane abbraccia l’intera storia dell’umanità. Gli affamati hanno sempre chiesto il pane, prima di tutto. Per i cattolici è al centro del rito eucaristico, nell’antichità come oggi. Di quel gran intellettuale che fu (e rimane) Predrag Matvejevic, l’ultima opera pubblicata è “Pane nostro”. Nella postfazione di quel saggio universale, lo scrittore Erri De Luca scriveva: “Il pane è la manna della terra… il valore aggiunto di popoli che lo hanno impastato…a negare il pane si procura guerra”.
Alle nostre latitudini, non è da molto che a Canova di Gardolo, a nord di Trento, è stato inaugurato un forno sociale, “occasione di incontro e dialogo”, scriveva nei mesi scorsi il Trentino. E a Calavino tre ragazzi del posto - Riccardo Lunelli, Marco Pizzedaz e Gianclaudio Santoni – hanno pensato bene di rispolverare l’antica tradizione contadina del forno di comunità, a legna, per cuocere pane ma anche pizze, all’interno del parco di Nadac. Un breve video in Youtube (https://www.youtube.com/
watch? v=91fA400808) ne illustra progetto di realizzazione, in collaborazione con la Pro loco e le finalità. «Pensiamo – afferma il trio – che la presenza del forno possa diventare occasione di incontro e confronto, un luogo dove fare, attivamente, comunità».
Ma per metterlo in piedi ci vogliono anche i soldi. E dopo aver partecipato ad un laboratorio promosso dalla Caritro, convincendo la Fondazione a parteciparvi, hanno lanciato, da una cinquantina di giorni, una campagna di raccolta fondi alla quale chiunque può contribuire collegandosi al sito https://prolococalavino.crowdchicken.com/fundraising/forno-di-comunita-di-calavino.
Fino ad ora i tre promotori sono riusciti a raccogliere una somma di quasi 2.600 euro a fronte di un preventivo di circa 4.000. Ci sono ancora quasi due settimane per contribuire. «Aiutaci a realizzare il nostro sogno di cui puoi essere, per davvero, una parte importante», si appellano all’unisono i ragazzi e la Pro loco. Un traguardo che sta per essere raggiunto. Anche perché la Caritro si è impegnata a sostenere l’iniziativa mettendoci l’equivalente della somma raccolta una volta fatti i conti del crowdfunding.
«Nell’oggi, in cui vediamo ancora una volta e tragicamente milioni di persone muoversi dalla fame verso il pane perché noi non siamo capaci di far muovere il pane verso la fame, – riflette l’ex priore del monastero di Bose Enzo Bianchi – questa sapiente memoria del “pane nostro” ricorda a tutti che il pane o è “nostro”, condiviso, oppure cessa di essere pane». “È nato nella cenere, sulla pietra. Il pane è più antico della scrittura e del libro. I suoi primi nomi sono stati incisi su tavolette d’argilla in lingue ormai estinte”, inizia così il saggio di Matvejevic. E prosegue: “Resterà un mistero, forse per sempre, dove e quando germogliò la prima spiga di grano. La sua presenza richiamò lo sguardo dell’uomo e suscitò la sua attenzione”. Allora come oggi.
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