«Bastano i medici che ci sono già» 

La Cisl replica con dati alla mano. «Tutto il resto è politica di basso profilo»



MEZZOCORONA. Ai sindaci di Mezzocorona e Roveré della Luna Mattia Hauser e Luca Ferrari, che ieri hanno avviato una raccolta di firme (vedi il pezzo sopra) per difendere il posto di medico di base lasciato dal pensionato dottor Depaoli, risponde “a stretto giro di posta” la Cisl Medici del Trentino.

“Attualmente a Roveré della Luna - scrive il sindacato - sono residenti 1.365 pazienti. Il rapporto ottimale per legge, in Trentino, è di 1:1.275, come previsto dalla legislazione nazionale e dalla Costituzione italiana. Pertanto sarebbe sufficiente a Roveré della Luna un solo medico di famiglia. Ce ne sono addirittura due, ed una ha posti disponibili per almeno 1.000 altri residenti, mentre il primo vive e abita a Roveré della Luna stesso. Mezzocorona, a sua volta, consta di 4.643 cittadini. Sono disponibili, con ambulatori comunali a Mezzocorona, 4 medici di famiglia che possono raggiungere 1.500 assistiti l’uno. Il totale è di 6.000 assistiti. Anche qui ci sono due medici di famiglia disponibili per almeno 2.400 pazienti che non li hanno ancora scelti. A Mezzolombardo c’è un medico, che ha appena vinto il concorso pubblico, voluto con sede principale a Mezzolombardo dall’Apss di Trento che sapeva già la situazione di Mezzocorona l’anno scorso, che ha fatto domanda due mesi fa, prima che il dottor Depaoli lasciasse il suo posto, al Municipio di Mezzocorona per avere un ambulatorio dove visitare colà gli assistiti che potevano iscriversi da lui. A tutt’oggi l’amministrazione di Mezzocorona gli nega un ambulatorio e gli ha scritto che solo a giugno del prossimo anno ci sarà un ambulatorio nella nuova struttura che si sta ultimando di costruire”.

“Il contratto nazionale della medicina generale - prosegue la Cisl Medici - non permette l’inserimento di medici di famiglia in sovrannumero, come non permette un aumento di insegnanti o di sindaci. Lo stesso contratto prevede per legge nazionale 833/78 che le zone carenti siano pubblicate in aprile ed ottobre di ogni anno. Se Provincia o Azienda dovessero ascoltare i sindaci e non le leggi, ogni medico di famiglia, non quello di San Michele, potrebbe impugnare davanti al Giudice del lavoro il concorso, bloccando anche gli altri, per dimostrare la veridicità di cui sopra. Impugnerebbero sopratutti, quelli che attualmente non ricevono assistiti pur avendo vinto regolare concorso pubblico e stanno facendo la fame”.

“Il nome del medico di famiglia “dottor Nicola Paoli” è quindi stato scorrettamente associato a dichiarazioni di persone che nulla conoscono né delle leggi nazionali, né di quelle provinciali e men che meno sanno interpretare i nostri accordi collettivi nazionale e provinciale. E sarebbe opportuno scusarsi con lui per averlo tirato in ballo inopportunamente nel suo ruolo di medico di famiglia di San Michele all’Adige”.

“Tutto il resto - conclude la Cisl Medici - è politica di basso profilo a discapito di medici che lavorano onestamente, tutti i giorni, per salvare vite umane; di una famiglia, i “Paoli” di Mezzolombardo, molto conosciuta nella Rotaliana che non ha mai fatto mancare il suo supporto per la sua gente; e dei cittadini di Mezzocorona e Roveré della Luna, strumentalmente messi in allarme per affermazioni non veritiere, istigati ad una caccia alle streghe che non ha alcun senso”.















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