MEZZOLOMBARDO 

«Albergo diffuso solo per zone turistiche»

MEZZOLOMBARDO. La tipologia “Albergo diffuso” è un interessante modalità alternativa di vacanza che vede utilizzare seconde case e ristrutturare vecchie case a scopo imprenditoriale per turismo,...



MEZZOLOMBARDO. La tipologia “Albergo diffuso” è un interessante modalità alternativa di vacanza che vede utilizzare seconde case e ristrutturare vecchie case a scopo imprenditoriale per turismo, operando un modello di sviluppo per l’intero territorio ed evitando l’abbandono di borghi storici. Il consigliere Konrad Vedovelli, del gruppo di minoranza Mezzolombardo Partecipa, aveva presentato in consiglio la mozione che chiedeva al Comune di sostenere questa ipotesi, che viene regolamentata da apposita legge provinciale del 2002, ponendosi come regia di iniziative private. La risposta in consiglio dell’assessore Alessio Kaisermann è stata frutto di un’estesa ricerca, con dati e riferimenti oggettivi: “Pur ritenendo molto valida questa nuova modalità di ospitalità alternativa del turismo, che vede gli hotel gestire anche i posti letto di seconde case o di immobili predisposti allo scopo, occorre dire che questa azione ha un buon riscontro nelle zone turistiche, dove gli immobili destinanti a vacanza sono migliaia e dove ci sono le agenzie per il turismo che supportano le attività”.

L’assessore ha poi declinato le cifre relative alle Comunità di valle trentine, sottolineando come la Piana Rotaliana non si configuri affatto a carattere turistico, presentando numeri esigui rispetto alle altre zone: 15 alberghi con 615 posti letto, 436 posti letto nei B&B, 36 posti presso 7 privati e sole 44 seconde case; inoltre i centri storici non sono per nulla abbandonati, se non in rari casi.

Vedovelli ha insistito sulla validità dell’albergo diffuso, che può valorizzare i centri storici e portare un indotto alle altre attività commerciali e culturali, presentando gli esempi positivi messi in atto a Nosellari ed Egna e considerando che questa modalità si sta diffondendo in 19 regioni italiane. Kaisermann ha concluso la discussione ribadendo che tali iniziative sono private e tali rimangono; senz’altro il Comune sarà di supporto per facilitare le pratiche di chi volesse investire in questo ambito, ma non c’è l’intenzione di assumere altri ruoli, né si vede l’opportunità di investire energie in questo campo. (a.t.)













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