il processo

La sorella di Benno: «Parla dei miei genitori come degli estranei. Così li ha uccisi di nuovo»

L’imputato alza la voce: "Osceno processo mediatico". Il giudice lo invita a mantenere la calma. La difesa: «La deposizione dimostra che è malato» (foto DLife)



BOLZANO. Uno show del silenzio quello che ieri (5 settembre) Benno Neumair ha messo in atto nel suo primo interrogatorio al processo per l'uccisione dei genitori.

Ha parlato, anche ad alta voce tanto da essere richiamato dal giudice, ma della dinamica e del perché del duplice omicidio non ha voluto parlare, sostenendo di aver cercato di "dimenticare tutto". Un'udienza fiume, in Corte d'Assise a Bolzano, con al centro il duplice delitto di Laura Perselli e Peter Neumair e il conseguente occultamento dei loro corpi, avvenuto il 4 gennaio 2021.

Nel corso dell'interrogatorio, il figlio Benno, reo confesso, si è però avvalso della facoltà di non rispondere, relativamente alle domande sulla dinamica del duplice omicidio, sostenendo di volersi così difendere "dall'osceno processo mediatico" e dal rischio di venire preso di mira da altri detenuti in carcere.

Amaro il commento della sorella Madè presente in aula: "Benno ha parlato della mamma e del papà come fossero due estranei, uccidendoli così un'altra volta".

Anche se l'imputato non è entrato nel dettaglio della dinamica dei fatti, ai fini processuali verranno comunque acquisite le sue deposizioni fatte in fase d'indagine, un anno e mezzo fa, quando confessò il duplice delitto. Ieri l'uomo si è mostrato spavaldo in aula, a tratti anche alzando la voce, tanto da venire invitato per due volte dal presidente della corte, il giudice Carlo Busato, a mantenere la calma.

I pm Igor Secco e Federica Jovene, e gli avvocati di parte civile Carlo Bertacchi ed Elena Valenti, hanno chiesto a Benno spiegazioni sui vari tentativi di depistaggio che egli aveva messo in atto subito dopo il duplice delitto, ma su questi punti lui risposto con molti "non so" e "non ricordo" e sostenendo invece che le eventuali contraddizioni o inesattezze sono state "semplici coincidenze". Ma poi ha perfino rivendicato di aver cercato in un caso di depistare le indagini: quando fornì agli inquirenti, che pochi giorni dopo la sparizione di Laura e Peter stavano cercando i loro corpi, una giacca lavata per sviare il fiuto dei cani molecolari. "Lo feci apposta", ha ammesso.

Per la difesa, guidata dall'avvocato Flavio Moccia, la deposizione di oggi dimostra che "Benno è malato". Ma non la pensano così la Procura e le parti civili, secondo i quali Benno "soffrirebbe di un disturbo di personalità narcisista, ma non certo tale da renderlo incapace di intendere e di volere".













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