La musica dal vivo è tornata: con il rock dei The Jack
Al Randagio di Civezzano uno dei primi concerti dopo il lockdown: la band suona su un camion all'aperto. Con un pubblico entusiasta e i musicisti emozionati
IL VIDEO. La voglia di suonare e di ballare dopo mesi di stop
CIVEZZANO. «Un passo alla volta e ce la facciamo», mormora un addetto all’allestimento mentre sposta panche, tavoli, ombrelloni per preparare il “Randagio” al concerto dei The Jack.
Sabato 3 luglio. Il tempo non sembra magnanimo e tra gli addetti si percepisce un po’ di nervosismo. Un altro dice: «Non piove da tre mesi, proprio stasera doveva capitare?». Una cameriera sospira, mentre asciuga nuovamente le panche dalle gocce cadute: «Basta un temporalino di tre minuti per rovinare tutto quello che ho fatto». La pioggia è rada, sottile ed appena percepibile, ma il timore è che la situazione meteo peggiori e mandi all’aria la prima serata di autentico rock dal vivo presso il locale di Civezzano.
Stiamo per assistere ad uno dei primi concerti dal vivo in Trentino dall’allentamento delle restrizioni e l’atmosfera è elettrica. Silvio Leonardi, proprietario del pub-ristorante “Al Randagio”, non sta nella pelle: «È una grande emozione, mi è venuto il magone ascoltando anche solo le note del sound-check. Speriamo la gente si diverta».
Alla fine, il “dio del rock” risponde alle preghiere dei suoi discepoli ed il tempo regge per tutta la serata: e i soli tuoni che risuonano sono quelli sprigionati dalle chitarre degli Ac/Dc, riproposti fedelmente dai The Jack. Sono Alessio Bernardi alla voce, Gabriel Di Francesco alla chitarra solista, Paolo Ferrari alla chitarra ritmica, Cristiano Dalla Pellegrina al basso e Gerardo Gambin alla batteria (che sostituiva il titolare Luca Casagranda), i veterani che dal 2002 portano il sound della band australiana in tutto il Trentino.
Fermi da quasi un anno, tornano ad elettrizzare una folla numerosa fatta di rockettari, metallari, famiglie che si gustano sedute una pizza e anche qualche gruppo di ragazze e ragazzi vestiti “in tiro” come per andare in discoteca. Vedremo poi queste ragazze dai capelli piastrati, darsi all’ “headbanging”, ovvero lo scuotimento violento della testa su e giù tipico della musica rock e metal, con l’obiettivo di creare un agitarsi vorticoso dei capelli. Forse queste ragazze, private delle discoteche, hanno scelto di darsi al rock pur di riprovare il piacere del ballo. Ma è solo un’ipotesi. Quello che conta è che la musica è tornata.
Con pochi accorgimenti fondamentali: la band non suona sul palchetto all’interno, ma all’aria aperta, su un camion appositamente predisposto. Attorno, decine di persone, deliziate dall’idea di tornare a vivere la musica dal vivo: «Avevamo una grande voglia di fare un po’ di festa - dice Simone Molinari, cliente seduto al tavolo con un gruppo di amici - Ci mancava questa socialità, è un po’ tornare alla normalità. E ascoltare la musica dal vivo cambia tutto». Anche Thomas Zanotelli, capelli lunghi, look “metal”, tanta passione per la musica, è frenetico: «Era ora! - dice - Conosco bene i The Jack, mi è mancato tantissimo vedere tutte queste persone». E Thomas non si smentirà nel corso della serata: sarà uno dei più scatenati sotto il palco a cantare a squarciagola. Tra il pubblico del “Randagio” per dare sostegno agli amici The Jack c’è anche Marco Palombi, anche lui musicista, voce e chitarra della band degli Humus (che hanno realizzato assieme ad Anansi l’inno rock dell’Aquila Basket): «Essere qui è appagante, è il primo concerto dal vivo che vedo dopo la pausa forzata - spiega Marco, che delinea con una battuta la sensazione di astinenza da live - Ultimamente sono andato persino a vedere dei karaoke e mi sono emozionato. Ti rendi conto? Mi sono emozionato ad un karaoke! È tutto dire!». Mancano pochi minuti all’inizio del concerto e conversiamo con i componenti dei The Jack. Notiamo come in scaletta vi sia il brano “Jailbreak”, che in italiano si deve tradurre come “evasione”, ma che dà ovviamente l’idea della “rottura” delle prigioni.
Domandiamo se il titolo voglia evocare una piena riconquista delle libertà: «Speriamo sia arrivato il “jailbreak”, ma certezze ancora non ce ne sono, la musica è un settore disastrato - confessa il bassista Cristiano Dalla Pellegrina - Suoneremo “Jailbreak” anche come pezzo propiziatorio!». Pochi minuti ancora di attesa e la band è sul palco. A dire alcune parole di introduzione è il proprietario Silvio Leonardi, con indosso una maglietta dei The Jack: «Ci siamo, pronti a partire, divertitevi!». Ed anche Silvio non si farà attendere sotto il palco: lo abbiamo visto saltare scatenato, come un’autentica rockstar. Poi, le luci si abbassano, è calata la sera e rimangono solo le luci di scena: e il riff di chitarra di “It’s a long way to the top if you want to rock and roll” interrompe il silenzio, arrivando come una scossa di adrenalina nel cuore degli assetati del rock.
Lo spettacolo cresce, il pubblico prende coraggio e invade lo spazio sotto il palco, agitandosi e sgolandosi: questo è il rock. Momento apicale l'assolo di quasi tre minuti, quasi interminabile, in cui Gabriel Di Francesco manda in visibilio la platea "sbluesando" di sola chitarra. A un certo punto, il chitarrista Paolo Ferrari prende la parola, emozionato: «Quanto ci è mancata questa roba, ragazzi...». E a giudicare dalla reazione dei presenti, non era l’unico.