il caso

La difesa di Durnwalder va al contrattacco: «Perseguitato dalla Corte dei conti»

Processo sui fondi riservati, i legali dell’ex presidente della Provincia chiedono l'assoluzione. Citato l’esempio di Alex Schwazer



BOLZANO. Assoluzione con formula piena. È quanto chiede la difesa dell'ex governatore, Luis Durnwalder, nel secondo filone del processo relativo all'uso dei fondi riservati. L'accusa contesta il peculato per l'utilizzo indebito di 23 mila euro tra dicembre 2012 e marzo 2013. Per gli stessi fatti, ma riferiti a un periodo precedente (dal 2004 al 2012, per un totale di 556 mila euro), era stato condannato a 2 anni e 6 mesi.

Il pm Igor Secco aveva chiesto la riqualificazione del fatto in indebita destinazione di denaro, con conseguente dichiarazione di improcedibilità per avvenuta prescrizione, o, in subordine, la condanna a tre mesi in continuazione rispetto alla condanna già inflitta dalla Corte d'appello di Trento.

Gerhard Brandstätter, che con Domenico Aiello e Karl Pfeifer fa parte del pool difensivo, ha iniziando la sua arringa tracciando un parallelo con il caso Alex Schwazer: "La Procura della Corte dei conti agisce in un clima persecutorio nei confronti del presidente. Questo processo non s'aveva da fare». Mancano «l'elemento soggettivo, e quindi il dolo, ma anche quello oggettivo. La Cassazione si è già espressa sulla bontà del tipo di spese contestate in questo secondo filone".

L'udienza è stata rinviata al 13 novembre per repliche e sentenza. In quella di oggi è emerso che l'ex presidente è imputato anche per falsa dichiarazione, per aver chiesto la rateizzazione del debito di 23 mila euro del quale la Corte dei conti ha chiesto il pagamento.

(foto repertorio)













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