Il caso

L’urlo di Alidad per il suo Afghanistan: «Ci hanno lasciati soli e indifesi» 

Alidad Shiri, il giovane afghano e bolzanino d’adozione laureato a Trento, racconta il dramma della riconquista talebana: «I contingenti occidentali hanno abbandonato il Paese, ora è tutto finito. Solo violenza e le donne pagheranno di più»

L'APPELLO. Acli, Forum per la pace, Pd: "Corridoi umanitari per donne e bambini afghani"


Francesca Gonzato


BOLZANO. I talebani si riprendono l’Afghanistan e non ci sarà più la voce di Gino Strada a scuotere la coscienza degli occidentali. «Tra i suoi ultimi pensieri c’è stato l’Afghanistan»: Emergency si congeda così dal fondatore, scomparso a 73 anni. Alidad Shiri si è salvato dall’Afghanistan quando era poco più che un bambino, da solo. La sua famiglia è stata in parte distrutta. Aveva perso la madre, il padre, una sorellina, prima di iniziare il viaggio che lo ha visto, a soli dieci anni, affrontare l’avventura inimmaginabile che dal Pakistan lo ha portato infine in Alto Adige e in Trentino, nel 2005. «Via dalla guerra» è il libro che Shiri ha dedicato alla sua fuga per la sopravvivenza.

A 29 anni la vita di questo giovane uomo è qui, in maggio si è laureato in Filosofia politica a Trento. Il 5 settembre aveva un appuntamento con Gino Strada a Reggio Emilia. «Mi avevano invitato al festival di Emergency per un dialogo sull’Afghanistan. Non ci sarà Gino Strada e chissà cosa sarà rimasto del mio Paese di origine tra tre settimane», racconta Alidad Shiri.

Dopo venti anni i contingenti occidentali hanno lasciato l’Afghanistan, i talebani lo stanno riconquistando palmo a palmo. «È un orrore», sussurra Alidad Shiri. Viene spazzata via la piccola rinascita afghana, i passi di libertà delle donne e dei ragazzi, che sono tornati a studiare e ascoltare la musica, liberi dalla Sharia.

Alidad, giovedì è caduta Ghazni, a soli 150 chilometri da Kabul, la sua città di origine. Poi il dramma di Kabul. Ha ancora parenti in quell’area?

No, mia zia e mia sorella vivono in Pakistan, mio fratello si trova in Iran. Salvi. Ma sono in contatto con moltissime persone in Afghanistan e con associazioni italiane che hanno progetti nel Paese. I talebani si sono ripresi anche Herat, l’ex base italiana. Ammazzano, torturano, si vendicano. E le donne pagheranno il prezzo più alto. Solo un anno fa avevamo visto la coda di ragazze sotto il sole per iscriversi all’università. È tutto finito. È di nuovo obbligatorio il burqa, le donne saranno prigioniere nelle case, è sparita ogni minima libertà. Sono terrorizzate, perché sono ripresi i rapimenti di ragazzine, che diventano schiave sessuali. I racconti sono talmente angoscianti, che ho dovuto staccarmi per qualche ora.

Perché gli occidentali hanno lasciato l’Afghanistan?

Non so perché ci abbiamo lasciati soli. Mi sento ferito. C’è chi dice che hanno terminato di estrarre i minerali più importanti. Di certo i contingenti americani ed europei se ne vanno lasciando in Afghanistan i talebani armati assai meglio rispetto al 2001, quando erano stati sconfitti.

Quindi questa tragedia non riguarda solo il popolo afghano?

No, appunto. I talebani hanno aerei e carri armati, rubati all’esercito regolare afghano. Godono di armamenti sofisticati, grazie ai Paesi che li sostengono e ai 3 miliardi di euro all’anno del traffico di oppio. Sono una minaccia internazionale.

E' caduta anche Kabul...

C’è da chiedersi come sia stata possibile una simile avanzata. Nemmeno Hitler era stato così veloce. Non riesco a immaginare cosa accadrà. A Kabul erano arrivati 600 mila afghani in fuga dalle regioni già cadute. Che fine faranno tutte quelle persone? Ci sono centinaia di interpreti e collaboratori degli occidentali che non riescono a mettersi in salvo. Servono visti immediati, altrimenti verranno sterminati.

La società afghana non riesce a liberarsi da sola?

In molti ci provano, ma c’è un governo corrotto, inadatto a questa tragedia. I militari sono senza stipendio da mesi, come puoi pensare che sacrifichino la loro vita? E gli occidentali? L’Italia ha sostenuto 3 miliardi di spese militari in Afghanistan e per i civili solo 50 milioni: una scuola, un ospedale e il carcere di Herat, ora in mano ai talebani.













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