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L’Upipa: “In Trentino ci sono 209 posti nelle Rsa inutilizzati. L’equivalente di tre strutture”

Forti disequilibri nella distribuzione tra privati e convenzionati



TRENTO. Tra le Apsp trentine ci sono 73 posti non utilizzati ed altri 73 ricavabili da camere singole abbastanza grandi da diventare doppie. Ci sono anche 63 posti in Casa di soggiorno convertibili per Rsa: l'equivalente di 3 strutture di medie dimensioni. Come tre Rsa "nascoste tra i corridoi", chiosa Upipa, che ha i diffuso i numeri al termine del lungo ciclo di confronti organizzato sui territori. Senza nuove costruzioni e - in qualche caso - con minimi interventi di ristrutturazione, quei posti potrebbero essere resi disponibili. Nelle Rsa trentine gestite da Apsp sono autorizzati al momento 4.618 posti, di cui 4.030 convenzionati e 588 privati. Le Apsp gestiscono l'84,8 % dei posti letto autorizzati complessivi, cui si sommano dunque quelli gestiti dal gruppo Spes e da altri privati. Il massimo di posti letto autorizzabili in Trentino è definito da una delibera del 2009.

La popolazione è invecchiata e non poco - rileva Upipa - dunque se si prende l'ultimo dato Istat disponibile e si applica - anche qui - il parametro del 10%, risulta facile calcolare che i posti autorizzati dovrebbero essere 6.416. Supponendo che le Apsp debbano ancora gestirne l'84,8%, esse dovrebbero avere 5.440 posti letto autorizzati: il 29,2% in più rispetto a ora. Altro tema riguarda il fatto che la distribuzione dei posti letto nelle Rsa non è omogenea: rapportando il numero di posti presenti in ciascuna Comunità di Valle a quello di over 75 presenti nella stessa Comunità, si ottengono tassi di copertura che variano dal 13,7% al 4,5% dei posti autorizzati, e dal 10,7% al 3,6% dei posti convenzionati.

Quanto alle richieste del personale, la presidente di Upipa Michela Chiogna spiega: "Siamo vicini ai professionisti che si impegnano nelle nostre strutture. Ci rapportiamo spesso con loro e siamo sempre disponibili, ovviamente, a confrontarci anche coi loro rappresentanti. Praticamente in ogni occasione di incontro dell'ultimo periodo, abbiamo parlato di necessità di introdurre e finanziare il parametro mobile (aumentare infermieri e oss rispetto al numero di posti letto) soprattutto per venire incontro a chi supporta condizioni di lavoro - connesse alla gravità del quadro sanitario degli utenti - più gravose".

(foto Ansa repertorio)













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