affitti brevi

L'invasione di Airbnb: 7.300 annunci in Trentino «Ma dov'è il codice Cipat?»

Interrogazione di Zanella (Futura): «Fra gli altri, c'è un host che ha 95 fra stanze e appartamenti: Failoni, è tutto in regola?»


Astrid Panizza Bertolini


TRENTO. Nella programmazione di ogni viaggio, che sia in Trentino, in Italia o nel mondo, è sempre più comune consultare piattaforme di affitti brevi come Airbnb, uno strumento digitale di prenotazione online di appartamenti o camere che rende immediata e intuitiva la ricerca di un posto dove stare durante le proprie vacanze.

Per il turista i vantaggi sono molti, oltre alla velocità di prenotazione, la posizione degli appartamenti è spesso centrale. Inoltre, il contatto diretto con l'host è immediato, per non parlare dei prezzi, che sono inferiori rispetto alle strutture di ricezione classiche come gli alberghi.

Dal punto di vista del tessuto economico e turistico locale, però, non ci sono solo aspetti positivi da considerare, anzi.

L'esplosione degli affitti brevi, spesso gestiti e promossi su piattaforme online, sta creando infatti sempre più problemi a livello provinciale per famiglie e lavoratori che non riescono a reperire appartamenti in affitto per lunghi periodi soprattutto nelle località maggiormente turistiche, oltre all'esplosione dei prezzi sul libero mercato. La maggiore remuneratività, accompagnata alle procedure semplificate di reclutamento e di gestione (contratto non registrato, cedolare secca), stanno generando quindi fenomeni di rapida conversione di appartamenti da uso residenziale ad uso turistico, con famiglie che alla scadenza del contratto non se lo vedono rinnovare e sono costrette a cercare altro con difficoltà.

Il consigliere provinciale del Gruppo Futura, Paolo Zanella, ha ottenuto, attraverso il sito "insideAirbnb", i dati relativi agli appartamenti ad uso turistico gestiti da Airbnb in Trentino.

«Sono oltre 7300 gli annunci - spiega il consigliere - di cui l'88% di appartamenti, i restanti sono camere; il 20% sono in mano a proprietari che hanno più di 10 appartamenti a testa, con un picco di 95 appartamenti gestiti da un solo host, altro che "sharing economy"; la maggior parte si trova nel capoluogo, nell'Alto Garda e nelle valli turistiche (Fiemme e Fassa, Rendena, Sole e laghi di Caldonazzo e Levico). Dai dati forniti dall'assessore al turismo Failoni ad aprile 2021 gli appartamenti turistici con codice univoco CIPAT risultavano essere circa 12.300, quindi solo una parte di questi viene offerto su Airbnb.

Sono solo questi 12.300 gli appartamenti ad uso turistico o vi sono proprietari che affittano senza essere registrati? Oppure, pur essendo registrati tra quei 12.300, non pubblicizzano il codice CIPAT sull'annuncio delle piattaforme, come previsto per legge, pena multe fino a 3000 euro? Perché basta farsi un giro su piattaforme come Airbnb per vedere che la maggior parte degli annunci non presenta il CIPAT in evidenza. Su questo dovrebbero vigilare i Comuni che hanno macchine amministrative sguarnite. Risulta però fondamentale farlo mentre si studia come arginare il fenomeno degli affitti brevi, perché stiamo parlando di locazioni turistiche che erodono il mercato delle locazioni residenziali: quantomeno si vigili perché oltre al danno per famiglie e lavoratori, non vi sia pure la beffa per le entrate pubbliche».

Il consigliere provinciale di Futura ha presentato il 3 luglio un'interrogazione in merito, per chiarire questi aspetti che sembrano al momento lacunosi nel sistema turistico trentino. Zanella chiede quindi all'assessore al turismo, Roberto Failoni, se sia a conoscenza che su piattaforme di affitti brevi come Airbnb la maggior parte degli appartamenti presenti, localizzati in Trentino, non presenta nell'annuncio il codice CIPAT, obbligatorio per legge.Il consigliere vuole sapere, inoltre, se risulta al suo Dipartimento che i Comuni stiano vigilando su queste violazioni della norma e se le violazioni riscontrate dai Comuni sono solo di omessa pubblicità oppure se gli appartamenti presenti su Airbnb senza indicato il CIPAT sono appartamenti non registrati in Comune come appartamenti destinati ad uso turistico.













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