la storia

L’amore per le api ereditato dal papà

Insieme alla sorella Francesca, Elena Paternoster ha preso in mano l’azienda apiaria di famiglia dopo la morte del padre. Oggi hanno 1000 alveari e producono 25 tipi di miele monovarietali


Carlo Bridi


VIGO DI TON. La storia che raccontiamo oggi è quella di una ragazza di 26 anni, che a 23 ha perso il papà Andrea in un incidente stradale mentre era nel pieno dello sviluppo della sua importante azienda apistica, al vertice a livello nazionale. Prova ne sia il fatto che il 70% del miele prodotto prende la strada dell’estero. Parliamo di Elena Paternoster, che dopo la maturità nel liceo linguistico, «avendo poca voglia di studiare» confessa candidamente, si è inserita nell’azienda apistica di famiglia partendo con molta umiltà dalla gestione del magazzino.

Poi, sei mesi prima della morte improvvisa del papà, lo ha affiancato nel settore della promozione e della vendita dei prodotti dell’alveare. Ma riconoscendo le sue carenze nella gestione dell’azienda, assieme alla sorella Francesca hanno deciso di frequentare il corso in apicoltura organizzato da FEM e curato da Paolo Dallavalle. Trova il corso molto utile, sta frequentando il secondo anno e lo ritiene molto importante per acquisire maggiori competenze e sicurezza. Alla domanda del perché la scelta, risponde che il papà aveva abituato lei e la sorella ad amare le api, ricorda che da bambini le portava in una scatoletta un’ape regina per far sentire loro il ronzio.
Elena ha chiesto ed ottenuto il premio d’insediamento ed ha incassato l’acconto rilasciando fideiussione, acconto che le è servito per l’acquisto di nuovi macchinari per la lavorazione del miele.

L’organizzazione aziendale
«È un’azienda che pratica il nomadismo da sempre, abbiamo circa 60 postazioni» afferma Elena, portando gli alveari sempre nel momento giusto della fioritira in ogni parte d’Italia, per produrre i circa 22-25 tipi di miele mono varietale. In totale, gli alveari presenti in azienda sono 1000.
L’azienda della quale Elena è titolare assieme alla sorella Francesca, è anche fonte di lavoro per diverse persone, sono mediamente una decina di persone più alcuni stagionali che vengono assunti da febbraio- marzo ad autunno.
«Noi, prosegue Elena, abbiamo cambiato il modo di lavorare, anche se le fondamenta e la voglia della costante ricerca di nuovi prodotti che era tipica di papà è rimasta. Per fortuna il nostro principale collaboratore Matteo, che è in azienda da 15 anni è stato la nostra spalla fondamentale nel momento della perdita di papà perché lui conosceva tutti gli aspetti della produzione e commercializzazione. E’ una persona molto competente ed onesta al quale va la nostra gratitudine».

«La stagione produttiva del miele si comincia con la Calabria, dove siamo presenti con i nostri apiari per la zazzera, la fioritura degli aranci, quindi quella dei limoni, della sulla del timo e dello rosmarino. L’anno 2022 è stato ottimo per la produzione di miele, quest’anno non è andata troppo bene, non abbiamo ad esempio il miele di tiglio che è un miele che si vende da solo, precisa la Paternoster. Un miele che piace a tutti è quello di acacia, perché la sua limpidezza, il suo colore, la liquidità sono il simbolo del miele per eccellenza. Diverso il discorso per il rododendro, questo è un miele che piace solo agli appassionati. «Oltre ai molti tipi di miele, prosegue Elena, produciamo polline e diverse confetture a base di miele come il miele d’acacia mescolato alla frutta secca e alle mele essiccate, oppure aggiungiamo pasta di nocciola per fare una nutella molto più sana».

E il mercato? «È buono, visto la carenza di prodotto abbiamo ritoccato i prezzi, oggi vendiamo il vasetto da 250 grammi a 9 euro sia in Italia che all’estero dove va il 70% della nostra produzione. Certo, il mercato più importante è il nostro negozio online che assorbe una buona fetta di prodotto. Ma abbiamo come affezionati clienti anche molte botteghe italiane. Per l’estero ci avvaliamo di importatori. Il mercato anche a livello internazionale è cambiato, oggi l’acquirente non fa più magazzino come faceva una volta, fa ordini molto più piccoli ma più frequenti. Inoltre il mercato è molto altalenante ed io devo stare molto attenta a seguire l’andamento per non pormi fuori mercato con i nostri prodotti».

Quali sono i ruoli delle due sorelle? «Io mi occupo prevalentemente della parte commerciale e dei rapporti con i clienti, mia sorella del resto. Il poco tempo libero che riesce a ritagliarsi lo dedica alle passeggiate fonte di benessere, conclude Elena.
Quali i progetti futuri? Ci macinano in testa idee molto innovative che però per scaramanzia non comunichiamo, aspettiamo di concludere la campagna vendita della feste di fine anno e poi a gennaip lanceremo le nuove idee, ricorda Elena. C’è anche un sogno nel cassetto, che è poi il nostro desiderio, riuscire a mandare avanti l’azienda che ha creato con tanti sacrifici nostro padre che ci manca molto. Per fortuna l’intesa fra noi sorelle è ottima, nessuna delle due fare a meno dell’altra, siamo una cosa sola. Questo ci fa essere molto soddisfatte del nostro lavoro che non cambieremo mai».
E i rapporti con l’ambiente? «Papà ci ha insegnato che prima di tutto viene la salute delle nostre api, con le quali c’è un rapporto di affetto. La nostra è una produzione biologica anche se abbiamo rinunciato alla certificazione».
 













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