Inquinamento da Pfas, Tonina: «controllo costante del territorio»
«In Trentino non si rilevano situazioni di criticità dal punto di vista ambientale, salvo le realtà attentamente seguite», ha chiarito il vicepresidente della Provincia
IL CASO. I Pfas finiscono dalla Maza nel fiume Adige
TRENTO. «L'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente (Appa) assicura il costante controllo del territorio, il continuo monitoraggio di corsi d'acqua, laghi e acque sotterranee con una sorveglianza attenta e mirata ad indagare anche le situazioni potenzialmente critiche». Così il vicepresidente e assessore all'ambiente della Provincia di Trento, Mario Tonina, è intervenuto sul tema della presenza nelle acque trentine di Pfas (sostanze perfluoro alchiliche, usate nell’industria chimica ma dannose per l’ambiente e per l’uomo).
«In via generale - ha aggiunto Tonina - il quadro ambientale provinciale è caratterizzato da una qualità mediamente superiore rispetto ai territori più antropizzati e non si rilevano situazioni di criticità dal punto di vista ambientale, salvo le realtà attentamente seguite».
Nel 2018 è stato effettuato un monitoraggio 13 corpi idrici superficiali e tre corpi idrici sotterranei potenzialmente interessati dalla presenza di Pfas. Dal 2019 al 2022 sono stati monitorati 93 siti fluviali, 7 siti lacustri, 10 acque sotterranee.
Con riferimento al rio Molini di Villa Lagarina, è stato evidenziato che la situazione è costantemente controllata e non preoccupante: per il Pfos (limite previsto come media annua è di 0.65 nanogrammi per litro) si passa da 1,63 ng/l nel 2020 a 0,13 ng/l nel 2021 ad assente nel 2022; per il Pfoa (limite 100 nanogrammi per litro) è stato trovato un valore di 53,5 ng/litro nel 2020 per poi andare a calare sensibilmente.