In Trentino senza il lockdown l’export torna a crescere
L’analisi della camera di commercio di Trento: la crescita è dell’8,2% superiore alla media nazionale. Il valore? 1000 milioni di euro
TRENTO. Nel periodo gennaio-marzo 2021 le esportazioni sono cresciute dell’8,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, interrompendo quindi il trend di contrazione degli ultimi mesi e raggiungendo il valore più alto dell’ultimo anno e mezzo.
L’ammontare complessivo delle vendite all’estero riferite alla provincia di Trento è di 1.009,8 milioni di euro, mentre il valore delle importazioni è stato pari a 630,5 milioni di euro, in aumento del 2,2% rispetto al 2020.
La dinamica delle esportazioni è migliore rispetto a quella rilevata a livello nazionale e del Nord-est dove l’incremento tendenziale è stato rispettivamente del 4,6% e del 4,5%.
Risulta invece inferiore rispetto alla performance della Provincia di Bolzano dove le esportazioni sono cresciute del 13,7%.
Nell’analisi della variazione positiva dei dati riferiti al 1° trimestre occorre tenere presente che nel corrispondente periodo del 2020 il ciclo economico internazionale era stato fortemente influenzato dalle misure restrittive introdotte per il contenimento della pandemia.
Se si effettua il confronto con il periodo pre-crisi, osserviamo invece che il valore dell’export si è assestato di fatto su livelli di poco inferiori (-1,2%) a quelli registrati nel 1° trimestre del 2019.
Anche le importazioni si mantengono su valori più bassi rispetto a quelli del 2019 con una diminuzione tendenziale che arriva quasi al 4%.
Con riferimento ai settori produttivi, le esportazioni sono costituite principalmente da prodotti dell’attività manifatturiera (93% del valore complessivo). La quota maggiore è da attribuire ai “macchinari ed apparecchi” (18,6%), seguono i “prodotti alimentari, bevande e tabacco” (16,0%), i “mezzi di trasporto” (13,3%) e le “sostanze e i prodotti chimici” (9,3%).
Complessivamente questi quattro settori rappresentano quasi il 60% delle esportazioni provinciali.
Per quanto riguarda l’import, al primo posto si collocano i “mezzi di trasporto” con il 19,6%, seguiti da “legno, prodotti in legno, carta e stampa” (12,4%), “sostanze e prodotti chimici” (11,8%), “macchinari ed apparecchi” (9,9%) e “prodotti alimentari e bevande” (9,7%).
Per quanto riguarda le destinazioni, l’Unione europea (27 Paesi) si conferma il mercato fondamentale che ha assorbito il 57,1% delle esportazioni; dalla medesima zona è derivato il 79,9% delle importazioni.
Al primo posto della graduatoria dei principali Paesi per valore di export rimane sempre la Germania che rappresenta per il territorio provinciale il mercato verso cui si sono dirette merci per un valore che raggiunge i 170 milioni di euro, pari al 16,9% delle vendite effettuate sui mercati internazionali.
A grande distanza seguono gli Stati Uniti con circa 111 milioni di euro (pari all’11% delle esportazioni complessive), la Francia con 101 milioni di euro (pari al 10%) e il Regno Unito con 86,5 milioni di euro (pari all’8,6%).
“Oggi arrivano altri segnali incoraggianti per la nostra economia -commenta il Presidente della Camera di Commercio Giovanni Bort - e anche se non possiamo parlare ancora di pieno recupero è evidente che nei primi mesi del 2021 il commercio internazionale è tornato progressivamente a crescere. Se guardiamo ai dati riferiti alle macro aree geografiche è evidente che l’aumento tendenziale è legato soprattutto alla rinnovata dinamicità dei mercati asiatici, e in particolare di Cina e India, verso i quali si registra una evidente crescita dei volumi d’affari per le nostre imprese”.