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In Trentino Schlein oltre il 63%: «Ora un’alternativa radicale di governo della Provincia»

I sostenitori della neosegretaria: «Disuguaglianze, crisi climatica e discriminazioni le priorità». Davide Nicolussi Moz, Michela Calzà, MicheleVullo e Silvia Franceschini eletti nell’Assemblea Nazionale

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TRENTO. Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico dopo la vittoria alle primarie. Il risultato finale: Schlein si è imposta con 587.010 voti, pari al 53,75%, mentre Stefano Bonaccini ne ha presi 505.032 (46,25%). Sue 12 regioni su 20: in Trentino Alto Adige ha conquistato il 63,52%.

Un risultato che ha portato Davide Nicolussi Moz, Michela Calzà, Michele Vullo e Silvia Franceschini ad essere eletti all’Assemblea Nazionale.

«L’emozione, la gioia, l’entusiasmo per i risultati delle primarie sono ancora molto forti in tutte e tutti noi – scrivono i sostenitori della mozione Schlein – la mozione #partedanoi ha convinto e coinvolto moltissime persone, portandole ad avere ancora una volta fiducia verso la politica e verso il nostro Partito Democratico».

«Auguriamo anche buon lavoro al nuovo segretario del Partito Democratico del Trentino, Alessandro Dal Ri, ai nuovi e alle nuove componenti dell’Assemblea provinciale del Partito: siamo consapevoli del lavoro cui siamo chiamati, in vista delle prossime provinciali e per la costruzione di un’alternativa radicale e di governo per questo territorio».

«“Non basto io” ci ha detto domenica notte Elly Schlein “è un cambiamento che funziona soltanto se ciascuno di noi ci mette un pezzo di sé”: crediamo che queste primarie abbiano manifestato un pezzetto di quella voglia di metterci un pezzo di sé. Nei militanti, nei volontari, tra le forze politiche, liste civiche e movimenti che si sono avvicinate al Partito Democratico trovando nella nostra proposta, nella mozione

#partedanoi, un’alternativa credibile e radicale alla destra. Abbiamo bisogno di tenere spalancate le porte del Partito, di dare forma - insieme - ad una casa politica comune diversa e nuova. Per dare voce a una sinistra ecologista e femminista che sia all’altezza del compito cui è chiamata, dal presente e dal futuro, dobbiamo costruire una prospettiva intersezionale e di contrasto a tutte le discriminazioni, consapevoli che una lotta non può escludere le altre.

Per costruire politiche del lavoro più giuste, contro ogni forma di precarietà, per dare pari diritti e opportunità a tutti, per un salario minimo e contro ogni forma di sfruttamento. Per affrontare la crisi climatica abbiamo bisogno di una conversione ecologica che sia giusta, che scelga di prendersi cura degli ecosistemi con politiche per il turismo, l’agricoltura, la cura dei territori necessariamente diverse. Non è possibile pensare di continuare come se nulla fosse».













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