Il commento

In piazza la rabbia dei contadini: «Orsi e lupi, in gioco gli alpeggi e la nostra sicurezza»

Folla con la Coldiretti anche a difesa del made in Italy e contro la burocrazia soffocante: «Servono interventi tempestivi»


Carlo Bridi


TRENTO. Oltre mille agricoltori fra l’arrabbiato e il rassegnato, hanno manifestato oggi (11 luglio)  in Piazza Dante per chiedere più tutela e soluzioni concrete a problemi che ormai vengono posti da anni senza trovare una risposta adeguata.

Felice lo slogan su un grande cartello davanti al palazzo della Regione: “Giù le mani dalla dieta mediterranea e dalla qualità dei prodotti agricoli italiani”.

Ma ecco la lista delle richieste principali presentate dal presidente di Coldiretti Regionale Gianluca Barbacovi: difendere gli alpeggi assediati dai grandi carnivori e dai cinghiali, tutelare la vita dei cittadini sempre più messa a rischio, arginare lo spopolamento della montagna e combattere la burocrazia che soffoca le imprese agricole.

«I nostri pascoli, sono sempre più minacciati, ma anche per la sicurezza delle persone è in pericolo, per non parlare dell'impatto che questo fenomeno dilagante avrà sugli altri settori economici. Gli attacchi sempre maggiori stanno creando enormi difficoltà agli allevatori e agli agricoltori, compromettendo non solo il loro lavoro ma anche la tranquillità delle nostre comunità montane. È indispensabile ottenere interventi tempestivi ed efficaci per garantire la protezione delle nostre attività e delle nostre vite. C’è da tener presente inoltre che lo spopolamento della montagna causerebbe una serie di serie conseguenze sull’intera collettività. Ma non solo, in poco tempo il degrado e la fatiscenza prenderebbero il posto di quelli che oggi sono luoghi curati e mantenuti dai pastori anche in funzione del turismo. La manutenzione delle strade di montagna verrebbe meno, la mancanza delle necessarie opere infrastrutturali, nel tempo, creerebbe delle problematiche irrecuperabili. L'assenza di interventi umani necessari per la manutenzione dei versanti montuosi comporterebbe un aumento delle catastrofi idrogeologiche, come frane e alluvioni».

Sicuramente uno dei primi obiettivi da raggiungere a livello Ue è la modifica della Direttiva comunitaria Habitat: «Siamo tra i territori a livello nazionale più interessati dalla presenza di grandi carnivori, dobbiamo passare dalla conservazione alla gestione».

Tutelare gli allevatori significa anche difendere i presidi delle montagne ed evitare lo spopolamento e l’abbandono delle zone più marginali. Malghe e pascoli sono fondamentali per salvaguardare le eccellenze e le produzioni legate alla nostra storia e alle nostre tradizioni, con risvolti positivi anche per il settore turistico.

A proposito di gestione delle malghe, Coldiretti mette il dito sulla piaga del rischio speculazione, «è necessario preservare questo patrimonio con politiche concrete che evitino speculazioni e infiltrazioni della criminalità organizzata. Difendere la zootecnia significa concretamente riconoscere il ruolo che ha, non solo per sé stessa, ma per l’intera collettività».

«Con una popolazione di oltre 25.000 lupi a livello europeo non si può più parlare di animale in via di estinzione!».

Servono interventi rapidi e piani regionali straordinari di contenimento per garantire la sicurezza nelle campagne, sulle montagne e anche nei paesi. Campi devastati, raccolti falcidiati, infrastrutture danneggiate, ma la presenza della fauna selvatica rappresenta un grave pericolo anche per la sicurezza pubblica.

«Ma non è solo la questione dei grandi carnivori a richiedere la nostra attenzione -sottolinea Barbacovi - la burocrazia soffocante è un altro grande ostacolo che mette in difficoltà l'agricoltura. I nostri agricoltori sono sempre più appesantiti da pratiche amministrative complesse che rallentano il lavoro quotidiano, rendendo più difficoltoso lo sviluppo delle imprese. Chiediamo una semplificazione reale e immediata delle procedure burocratiche. Noi siamo assolutamente a favore della digitalizzazione, ma essa va realizzata step by step con i giusti partner e dando il tempo necessario agli operatori di formarsi per governare e non subire gli effetti dell’innovazione tecnologica».

«In queste occasioni – aggiunge Barbacovi - abbiamo avuto modo di confrontarci, di raccogliere le proposte dei nostri agricoltori e di discutere delle problematiche che affliggono

il settore».

Nel corso della mobilitazione è continuata la raccolta firme lanciata lo scorso aprile dalla grande mobilitazione della Coldiretti al Brennero contro la falsificazione dei cibi spacciati per italiani ma che di italiano hanno solo il nome magari storpiato, come il parmesan. Nel solo Nord America il falso made in Italy supera i 40 miliardi di euro, ha ricordato il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini.

Molti gli interventi e le espressioni di solidarietà degli amministratori provinciali. Dalla Giunta al presidente del Consiglio Provinciale Claudio Soini. Fra le molte testimonianze quella di Mauro Zamboni storico dirigente di Coldiretti e assessore all’agricoltura di uno dei più grossi comuni, quello della Vigolana, che ha ricordato come il problema esista da 50 anni da quando dalla Toscana sono stati importati i primi cinghiali. «Noi – ha sottolineato -« siamo molto preoccupati anche sulle nostre malghe per cui è urgente che il problema grandi carnivori e cinghiali sia finalmente affrontato e risolto. L’Europa ci deve preoccupare per le nuove scelte politiche».













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