il caso

«Il mullah Krekar torni in Norvegia, l'Italia viola i suoi diritti»: parla l'avvocato del jihadista in cella a Bolzano per terrorismo

Arrestato nel 2020 in Norvegia e consegnato alle autorità italiane, ora chiede di scontare la pena nel suo paese. Il legale si appella alle Nazioni Unite

 



ROMA. Il Mullah Krekar, leader e militante islamico curdo iracheno residente in Norvegia, fondatore nel 2001 del gruppo jihadista Ansar al-Islam, vicino ad Al Qaida, e che sta scontando in Italia, a Bolzano, una pena di 12 anni di carcere per terrorismo confermata nel 2022 dalla Cassazione, vuole tornare nel Paese scandinavo: lo rivela il suo avvocato, Brynjar Meling, il quale intende rivolgersi alle Nazioni Unite accusando l'Italia di "violare i diritti" del suo cliente.

«Stiamo lavorando per riportare Krekar a casa in Norvegia. Ha ancora la sua famiglia qui. I suoi familiari sono cittadini norvegesi benestanti, con un buon lavoro e responsabilità sociale. Quindi non c'è motivo per cui non debba tornare qui», ha detto l'avvocato parlando con la Tv2 norvegese. «I suoi diritti umani fondamentali sono stati gravemente violati in Italia. Krekar ha avuto una sentenza in cui non è stato ascoltato né gli è stato permesso di testimoniare. In realtà, la sua è una condanna ingiusta», ha dichiarato l'avvocato Meling.

Krekar, il cui nome è Faraj Ahmad Najmuddin, era residente in Norvegia dal 1991, dove arrivò come rifugiato, e dal 2006 è iscritto nella lista di terroristi delle Nazioni Unite, dopo aver dichiarato il suo supporto a Osama bin Laden. Nel 2019 Krekar è stato condannato in contumacia per terrorismo a Bolzano e nel 2020 è stato arrestato dalla polizia in Norvegia e consegnato alle autorità italiane. 













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