Green Pass per bus e ristoranti: in Alto Adige piace il “piano Macron”
Il governo valuta nuove regole per rilanciare le vaccinazioni: «Stiamo facendo di tutto, non si incolpi la politica se arriva una stretta»
BOLZANO. È bastata la frase «Green Pass per ristoranti, bar e trasporti»: in Francia un milione di prenotazioni per i vaccini in poche ore. Il modello Macron è già oggetto di studio in Italia. L’Austria è già partita. Il governo ne discuterà nei prossimi giorni. Doppio obiettivo: rilanciare i vaccini e tenere sotto controllo la pandemia con variante Delta. E dunque, preservare i più fragili ed evitare nuove chiusure.
Il Green Pass europeo potrebbe diventare obbligatorio in Italia per bar e ristoranti, trasporti, stadi ed eventi, tutti questi ambiti o una parte. «E noi cosa faremmo in quel caso?»: la giunta provinciale ha iniziato a ragionarci martedì. Tra gli assessori, diverse voci a favore di un allargamento dell’utilizzo del «Green Pass». Anche perché il Garante per la privacy ha bocciato la variante locale del CoronaPass. «I numeri dei contagi stanno crescendo, mentre sui vaccini siamo indietro. Sarà inevitabile ragionare sulle regole», riflettono, tra gli altri, gli assessori Waltraud Deeg e Arnold Schuler.
La ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini ha confermato: «Non inseguiamo modelli stranieri, ma certamente il governo valuterà di estendere l’utilizzo del Green Pass (vaccinati, guariti, negativi al test, ndr) ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni. L’Italia non deve più chiudere». Una presa di posizione netta sulle vaccinazioni arriva da Philipp Achammer, Obmann della Svp, assessore alla Scuola e all’Economia, ha postato il suo appello su facebook, mettendo in conto le reazioni. «Le critiche sono bene accette. Verranno cancellati insulti e teorie del complotto». Anche la Svp usa i social per incoraggiare le vaccinazioni, particolarmente in ritardo in periferia. Così Achammer.