animali

Grandi predatori, Bolzano risarcisce gli allevatori: «Impossibile recintare il bestiame al pascolo»

Kompatscher: «Non è una scelta politica. In i certi casi i costi delle protezioni supererebbero il valore economico dell'attività stessa».



BOLZANO. La Provincia di Bolzano potrà risarcire anche in futuro i danni provocati dai grandi predatori. Le condizioni per questa facoltà sono state poste da una delibera approvata dalla giunta provinciale su proposta dell'assessore Arnold Schuler, con cui si prende atto dell'impossibilità di proteggere con sistemi classici, tipo recinzioni, il bestiame nelle malghe.

"Non si tratta di una scelta politica - ha sottolineato il presidente della Provincia Arno Kompatscher - ma il risultato di rilievi scientifici che sono stati condotti. In teoria, si potrebbe mettere una recinzione dappertutto, però, in questo caso, i costi supererebbero il valore economico dell'attività stessa".

Nel caso di perdita di bestiame ad opera di un grande predatore, anche in assenza di un sistema di protezione adeguata, "si darà luogo al risarcimento da parte della mano pubblica", ha concluso Kompatscher. 

Questa "impossibilità" è supportata da argomenti che la Libera Università di Bolzano ha contribuito ad elaborare. "In base a ciò, la recinzione su larga scala con recinti di protezione del bestiame non è possibile sui pascoli alpini secondo un giudizio ragionevole, se l'impegno - cioè la costruzione e la manutenzione - è ritenuto troppo elevato in relazione ai costi di realizzazione in terreni ripidi e di difficile accesso", spiega l'assessore Arnold Schuler. Inoltre, l'efficacia di recinzioni così lunghe è discutibile, soprattutto se attraversano sentieri escursionistici e devono essere riaperti più volte per escursionisti e ciclisti. Gli animali selvatici sono limitati nel loro comportamento migratorio dalle lunghe recinzioni e anche il paesaggio ne risente. Esistono requisiti precisi per la detenzione di cani da guardia, e per una gestione efficiente del bestiame sono necessarie due persone e una sistemazione adeguata vicino al pascolo per proteggersi dai grandi predatori. Se il proprietario del bestiame è in grado di realizzare queste condizioni sul proprio pascolo, ha diritto ai contributi in caso di danni causati da grandi predatori o animali protetti. I danni ai veicoli in seguito a incidenti con selvaggina predatrice di grandi dimensioni sono esclusi dal risarcimento.

Inoltre, in futuro sarà sovvenzionata l'installazione di misure preventive come i recinti di protezione (del pascolo), non solo per il pascolo, ma anche per la gestione della mandria o del gregge sui pascoli adiacenti al maso. Questi recinti devono soddisfare criteri minimi (1,20 metri di altezza, tensione di 3000 volt o 2 metri di altezza per i recinti di protezione dalla selvaggina), la loro lunghezza è determinata in base alle dimensioni delle greggi o delle mandrie.

Se gli animali selvatici - cacciabili e protetti - causano danni agli animali o alle colture protette, è previsto un indennizzo che può arrivare fino al 100% per gli apiari protetti, ad esempio, e negli altri casi almeno al 40% del danno riconosciuto o dimostrabile. L'indennizzo per le perdite di raccolto causate dagli uccelli nei frutteti e nei vigneti è nuovo, ma limitato a una striscia di 30 metri di larghezza accanto al bosco.

Le domande devono essere presentate all'Ufficio caccia e pesca della Ripartizione foreste. Sul sito web sono disponibili informazioni e moduli per la presentazione delle domande.













Scuola & Ricerca

In primo piano

la storia

«Fiuto e determinazione, così presi Marco Bergamo» 

Va in pensione Arervo, il poliziotto che il 6 agosto 1992 mise le manette al serial killer dopo una caccia durata tutta la notte. «Nell’83 vidi il corpo di Marcella Casagrande. Certe cose ti segnano per sempre»


Luca Fregona