da storo al tribunale 

Segretario querela la minoranza per diffamazione

STORO. Due interrogazioni e una lettera. Sono questi tre scritti che hanno portato l’attività consigliare - delle minoranze in particolare - di Storo nel palazzo di giustizia di Trento. La querela è...



STORO. Due interrogazioni e una lettera. Sono questi tre scritti che hanno portato l’attività consigliare - delle minoranze in particolare - di Storo nel palazzo di giustizia di Trento. La querela è firmata dal segretario comunale Paola Giovanelli (che si è appoggiata all’avvocato Maria Cristina Osele) ed è contro cinque consiglieri di opposizione di «Crescere Insieme» e «Fare»: Riccardo Giovanelli, Claudio Cortella, Ugo Bonomini, Marino Cosi e Adriano Malcotti (difesi da Andrea de Bertolini e Marta Schiavo) per diffamazione e turbata libertà degli incanti. Accuse pesanti per le quali in pubblico ministero, Maria Colpani, aveva chiesto l’archiviazione. Tutto finito? No, perché il segretario ha presentato opposizione e ieri il caso è stato discusso davanti al gup La Ganga. Che dovrà decidere se archiviare o se procedere, una decisione sulla quale, per ora, si è riservato. Tre, come detto, sono gli atti al centro della querela. Il primo è un’interrogazione nella quale i consiglieri si occupavano - partendo da alcune dichiarazioni del sindaco - di un bando per la ricerca di un capannone per ospitare il cantiere comunale. Un bando molto particolareggiato e per il quale - al momento dell’interrogazione - sembrava non ci fossero state risposte. Il segretario ha ritenuto diffamatorio quanto scritto e ha ritenuto che l’uscita dei consiglieri avesse inficiato il bando. Anche se poi - alla scadenza dei termini - erano tre le offerte pervenute. Il secondo punto riguarda una richiesta di chiarimenti su un mancato accesso agli atti, una lettera che per il segretario aveva toni diffamatori. Il terzo punto verte su un’interrogazione sull’affidamento diretto - senza gara, quindi - di un lavoro comunale ad una persona che aveva un debito pregresso con il Comune stesso. Per il pm tutte le attività dei consiglieri rientrano nel diritto di critica politica e ora su questo punto dovrà esprimersi anche il giudice.













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