«Progetto da 1.6 milioni per rilanciare Marigole»
DARZO. O la va o la spacca. Sabato scorso a Darzo si è tenuta l'assemblea generale dell'associazione "La Miniera" dove è stato presentato il progetto di sviluppo del sito minerario di Marigole. Un'ini...
DARZO. O la va o la spacca. Sabato scorso a Darzo si è tenuta l'assemblea generale dell'associazione "La Miniera" dove è stato presentato il progetto di sviluppo del sito minerario di Marigole. Un'iniziativa ambiziosa, che punta a rendere l'area un'attrazione di richiamo storico/turistico ma che al tempo stesso richiede investimenti importanti, 1.625.889 euro al 2030.
«Il business plan messo in campo dall'associazione si suddivide in 5 passaggi concatenati che dovranno svilupparsi dal 2018 al 2030 - spiega Emanuele Armani, presidente de "La Miniera" - un modo di procedere scelto per rendere controllabile e sostenibile ogni singola fase. Il primo "step" prevede il ripristino dell'agibilità della "Galleria Santa Barbara", la creazione del relativo percorso turistico, sistemazioni sugli esterni, ad esempio dell'edificio dell'ex officina che ospiterà un' area espositiva ed una ricreativa, oltre ai costi per portare in loco elettricità ed acqua corrente. Per fare questo servono poco meno di 370 mila euro, mentre l'intero progetto alla fine dovrebbe comportare investimenti per circa 1 milione e 600 mila euro».
Armani sottolinea l'importanza di far partire il meccanismo: «Il primo passo, previsto dal 2018 al 2020, è imprescindibile e decisivo. Se andasse a buon fine potremmo iniziare ad avere flussi turistici importanti capaci di generare reddito e ciò renderebbe più semplice mettere in cantiere i passaggi successivi. I numeri sono in crescita. Nel 2016 abbiamo avuto attorno ai 480 visitatori paganti in aumento sui 420 del 2016, al costo di 15 euro ciascuno. Stiamo lavorando sulla comunicazione per farci conoscere ma il limite insuperabile è che il turista può visitare l'area esterna ma non accedere alle miniere vere e proprie. Per questo è fondamentale mettere in sicurezza e rendere fruibile almeno la galleria "Santa Barbara". Certo, per procedere c'è bisogno di finanziatori. Noi speriamo nel Comune di Storo, nel Bim del Chiese e nella Provincia. Poi mano a mano che il progetto prenderà piede ci saranno anche opportunità di investimento per i privati. L'associazione del resto può occuparsi di ricerca storica e, con certi limiti, di gestire le visite guidate ma per andare oltre, ad esempio per l'accoglienza, servono realtà strutturate».
C'è anche un discorso di sistema: «Riteniamo che la miniera debba essere inserita in un sistema che coinvolga Darzo, realizzando eventi che vadano oltre la sola area di Marigole - prosegue Armani - in questo senso è fondamentale il rapporto col resto della Valle del Chiese e col consorzio turistico, col quale ci aspettiamo di ragionare in termini di sviluppo strategico. Del resto o il progetto prende una certa piega e da attrazione turistica secondaria le miniere diventano un'attrazione primaria (cioè capace di generare flussi turistici in maniera autonoma, ndr) oppure bisogna mettere in discussione quanto fatto fin ora. Sarebbe un peccato buttare via i 3 anni di lavoro già effettuati dal Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale (Sova) della Provincia. Io sono fiducioso che ce la faremo perché c'è bisogno di questo genere di iniziative se si vuole rilanciare la Valle del Chiese».