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La super nonna compie 100 anni 

Per Domenica Giacomolli in casa di riposo anche sindaco e banda


di Aldo Pasquazzo


STORO. Domenica Giacomolli, nata il 27 novembre 1918, è la più anziana di Storo. Ieri pomeriggio la donna è stata festeggiata non solo da familiari e parenti ma anche dalla banda sociale, dal sindaco Luca Turinelli e dalla sua vice Stefania Giacometti nonché dal reverendo arciprete don Andrea Fava e dal presidente dell'ente gestore Manuel Tonini. Sentirsi vicina al primo cittadino, che le ha donato un mazzo di fiori, ha finito per commuovere ancora di più la super nonna. I festeggiamenti si sono svolti alla casa di riposo, dove Domenica, che ha sei figli, altrettanti pronipoti e dieci nipoti, vive da due anni.

Il 18 giugno del 1947 sposava Angelo Gelmini quando ambedue lavoravano alla coop. Erano anni in cui a prevalere era la miseria. Le unioni erano diverse e più durature rispetto a quelle di oggi e il capolinea del viaggio di nozze per loro, per ragioni di cassetta e per una sola notte, era stata Venezia: fu la prima e ultima volta che la coppia vide il mare e il gondolieri. «L'andata - racconta Domenica - sul camion della stessa coop e la via di ritorno in treno con capolinea Brescia, dove siamo rimasti in casa di amici per tre giorni. Poi una volta ritornati in paese a lavorare e accudire suoceri».

Dentro il “bottegone” si lavorava dal lunedi al sabato e in quegli anni a fare la differenza erano tessere e bollini che a loro volta finivano poi al vaglio dei militari tedeschi: non erano ammessi errori. Poi, quando una commessa si univa in matrimonio, le regole statutarie imponevano allora che dovesse lasciare a un’altra il posto di lavoro. E così senza tante formalità e vertenze le disposizioni vennero rispettate alla lettera. A quel punto donna Domenica iniziò a intraprendere la professione di casalinga ma anche di mamma: dall’unione con Andrea sono nati nell'ordine Cristina,Viola, Dario, Luca, Davide e Alfonso.

La signora Domenica è una donna minuta che in gioventù ha fatto la sua parte, tant'è che a soli 19 anni era andata a Milano a far fronte al disbrigo delle faccende domestiche in casa di signori. Erano le cosiddette campagnole - montanare che andavano in città a guadagnarsi i primi soldi che il più delle volte finivano poi per rientrare in famiglia. Poi gli eventi di guerra e la presenza notturna del popolare “Pippo” le cui scorribande aeree mettevano paura. Ripari e vie di fuga erano rappresentate da volt e stalle o dal cunicolo che porta al colle di San Lorenzo.













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