La “signora delle erbe” che rilancia la dieta alpina
Giudicarie, da decenni Noris (Eleonara) Cunaccia tramanda la cultura degli avi Avviata la candidatura Unesco nella sezione “Cultura alimentare alpina”
GIUDICARIE. La raccolta di erbe spontanee in Val Rendena e il pane della filiera del cereale nelle Giudicarie Esteriori, insieme alla castanicoltura della Valsugana, il Vino Santo Trentino doc e il Botiro del Primiero, fanno parte della “dieta alpina” e hanno ufficialmente iniziato il percorso di candidatura per essere inseriti nella lista rappresentativa del patrimonio immateriale Unesco nella sezione “Cultura alimentare alpina”. Questo percorso di candidatura avviato a Innsbruck il percorso che punta a inserite nell’inventario dei prodotti e delle pratiche da tutelare riguarda, oltre al Trentino ben sette Paesi dell'arco alpino.
A Innsbruck, nell’ambito della conferenza di metà mandato del progetto europeo Alpfoodway, i 14 partner e tra questi la Trentino School of Management (Tsm) con lo step “Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio” e la Fondazione Edmund Mach come osservatore, hanno promosso la carta a sostegno dell’iniziativa che coinvolge e interessa sette Paesi dell’arco alpino. Tra i prodotti e le pratiche inserite nell’inventario da tutelare ben due delle cinque realtà individuate riguardano le Giudicarie.
In Val Rendena vengono valorizzati il lavoro e la passione di Noris (Eleonora) Cunaccia «la Signora delle erbe». Lei da decenni fa «con grande passione quello che, per necessità di sopravvivenza, per alimentarsi e per curarsi, facevano prima di lei la madre, la nonna, la bisnonna, tramandandosi una linea matriarcale di sapere». Da grande conoscitrice del territorio, di erbe spontanee e piante autoctone Noris percorrendo le valli ai piedi dell’Adamello si sposta di malga in malga, tra pendii e ruscelli per raccoglie le erbe spontanee locali secondo le stagioni e i cicli della natura. Noris, della sua passione per le erbe selvatiche ne ha fatto un mestiere, creando con il fratello Giovanni il piccolo laboratorio di Spiazzo dal quale esce ogni genere di prodotto commestibile che possa trarre origine dalla sua profonda conoscenza di piante, bacche, resine e radici.
Il pane delle Giudicarie Esteriori, nasce dalla “Filiera dei cereali della Riserva di Biosfera Unesco Alpi Ledrensi e Judicaria”, promosso dalla locale condotta Slow Food in collaborazione con alcuni agricoltori, molitori e panificatori locali. L’obiettivo è quello di ri-costruire un ciclo di produzione dei cereali riattivando gli strumenti e le professionalità per la trasformazione della materia prima in farina e la produzione di un pane legato alla tradizione «salubre, sostenibile e genuino». La nascita di una indicazione di filiera del cereale delle Giudicarie Esteriori riguarda farro, frumento, khorasan, orzo, avena, segale, mais con l'aggiunta del grano saraceno, che con la molitura a pietra producono pane, pasta e prodotti da forno.
Erbe, cereali e altri prodotti tipici e tradizionali sono individuati per promuovere l’invecchiamento in salute valorizzando i prodotti alimentari del territorio.