L’Uomo probo a Germano Sottovia
San lorenzo dorsino. C’era anche l’orso a seguire domenica scorsa la premiazione in Val D’Ambiez dell’Uomo probo 2019. Di lontano, naturalmente, dalle falde del dirimpettaio (rispetto al rifugio...
San lorenzo dorsino. C’era anche l’orso a seguire domenica scorsa la premiazione in Val D’Ambiez dell’Uomo probo 2019. Di lontano, naturalmente, dalle falde del dirimpettaio (rispetto al rifugio Cacciatori) un orso solitario è stato avvistato sulle falde del Doss Dalùm, mentre tranquillamente si fermava sul ghiaione guardando al dirimpettaio rifugio dove si svolgeva la cerimonia davanti al Monumento al Cacciatore, opera di don Luciano Carnessali.
Al monumento si svolgeva appunto la consegna del premio “Uomo probo” a Germano Sottovia, il prestigioso premio “Uomo probo” dopo la signora Martha Flies Ebner (classe 1922) protagonista di mezzo secolo di storia per difendere i diritti dei tirolesi e il professor Franco Pedrotti, lo scorso anno. Fautore della rinascita banalese, Sottovia ha creato dal nulla un’impresa di costruzioni per dar lavoro a un sacco di gente del posto, meritando la benevolenza dei suoi compaesani che sono accorsi a festeggiarlo.
L’opera di Mastro 7 è stata consegnata dal vicesindaco Rudi Margonari e da Silvano Bridarolli per Ars Venandi, l’associazione organizzatrice del premio.
Il vescovo emerito, monsignor Luigi Bressan, ha officiato la messa al monumento ricordando come esso significhi la riappacificazione dell’uomo con il creato e anche con gli animali, una volta tanto compartecipi con l’uomo della meravigliosa costruzione del mondo: «L’uomo deve essere l’artefice di questo mondo, dominarlo non significa distruggerlo, ma utilizzarlo e farlo convivere con sé e con la natura». G.RI.