l’amarezza del sindaco walter ferrazza 

«Gestioni associate inefficaci»: Bocenago esce nel 2019

BOCENAGO. Walter Ferrazza nel 2019 uscirà dalla “gestione obbligatoria associata”. L’ha detto ai sindaci di Pelugo (Mauro Chiodega), Spiazzo (Michele Ongari), Strembo (Guido Botteri) e Caderzone...


di Walter Facchinelli


BOCENAGO. Walter Ferrazza nel 2019 uscirà dalla “gestione obbligatoria associata”. L’ha detto ai sindaci di Pelugo (Mauro Chiodega), Spiazzo (Michele Ongari), Strembo (Guido Botteri) e Caderzone Terme (Marcello Mosca) coi quali condivide l’ambito 8.3 - Giudicarie. Perché? «Sono convinto di gestioni facoltative. Gli ambiti non sono ottimali per tutti i servizi, se facoltativi permetterebbero, come prima, di stringere accordi a geometrie variabili con Comuni diversi con più efficienza e meno costi». Una scelta radicale? «Sì. Seppur gestita in modo convinto e propositivo, la nostra gestione associata ha aumentato i costi e ridotto i servizi essenziali, perlomeno nei Comuni più piccoli».

Guardando ai 382 abitanti di Bocenago il sindaco Ferrazza dice: «Non voglio ridurre alcun servizio, semmai condividerei nuove strategie per mantenere a costi minori tutti i servizi che diamo con tanto sforzo». Come si è comportato Bocenago? «Per la capacità degli amministratori ha centrato obbiettivi di miglioramento e riduzione costi che sembravano irraggiungibili. L’abbiamo resa un’opportunità alla sola condizione che in municipio rimanessero i servizi». Come è andata? «Subito mi sono messo a lavorare con gli altri Sindaci, studiando le migliori strategie per avere centri di efficienza e operatività, spendendomi in prima persona per concentrare i servizi senza dimenticare che restassero gli uffici a Bocenago». Per esempio? «Precorrendo i tempi ho voluto l’ufficio tecnico unico della gestione associata con sette tecnici, una vera e propria Centrale di Committenza per velocizzare, visto il momento storico, le gare d’appalto senza agenzie provinciali». Poi? «Ho chiesto più risorse, non per avere contributi ma per mantenere a Bocenago risorse che devo trasferire in Provincia». Ora? «Siamo al bivio. Accentrare i dipendenti rendendo efficiente il servizio o decentrare gli sportelli rendendo inefficace l’efficientamento. Da Trento nessuna risposta». Cosa suggerisce? «L’associazione facoltativa. Permetterebbe a moltissimi Comuni trentini virtuosi di continuare a dare servizi super efficienti e far vivere le valli. Bocenago con investimenti attenti e una gestione oculata ha molto autofinanziamento, eviterebbe gestioni costose e inefficaci». Come vede Bocenago? «È piccolo, fornisce servizi e crea opportunità senza pesare sui cittadini. Prima della riforma istituzionale dava servizi, faceva spese di investimento e grazie alla determinazione degli amministratori e alla fedeltà dei dipendenti abbracciava con entusiasmo ogni opportunità». Oggi? «L’associata ci ha resi altrettanto efficienti, ma col doppio sforzo». Un bilancio? «Noi abbiamo creduto alle promesse, ma passata la prima fase gestiamo scelte non condivise e ci tolgono risorse. I dipendenti sentono meno il senso di appartenenza condiviso con noi, tutto è più grande e impersonale». Sull’esterno? «I cittadini non pagano il peso della scelta, amministratori e dipendenti coprono l’inefficacia». Per il futuro? «A Bocenago l’amministrazione deve tornare a dare servizi di prossimità, l’attenzione alle persone è l’anima dei comuni di montagna, li fa vivere». In conclusione? «Mi aspetto che la Provincia con l’esperienza accumulata si confronti con gli amministratori delusi e revisioni il sistema. Non possiamo, in nome dell’efficientamento, perdere attenzione alle persone». Quindi? «Equilibro tra costi, prestazioni e assistenza, contrastando inefficienze e sprechi».













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