Flavescenza dorata, è allarme ecco i consigli ai viticoltori
CONDINO. In Valle del Chiese è allarme flavescenza dorata, un fitoplasma della vite che può causare seri danni alle coltivazioni. La segnalazione, con tanto di indicazioni su come difendere le piante...
CONDINO. In Valle del Chiese è allarme flavescenza dorata, un fitoplasma della vite che può causare seri danni alle coltivazioni. La segnalazione, con tanto di indicazioni su come difendere le piante dalla malattia, è di Culturnova del Chiese, l'associazione con sede a Condino che si occupa della cura e della diffusione dei vitigni in valle. In una recente comunicazione ai soci, Culturnova ha ricordato quanto segue: «Il trattamento della vite contro lo Scaphoideus titanus, vettore della flavescenza dorata, va effettuato dal 22 al 30 giugno nel fondovalle (Storo e Condino) e dal 28 giugno al 6 luglio per le zone di collina e mezza montagna. Il trattamento va ripetuto dopo una settimana. Prodotto da utilizzare è il piretro, secondo le dosi suggerite in etichetta per le diverse formulazioni. L'acqua in cui si diluisce il piretro va acidificata con 300g di aceto ogni 100 litri d'acqua. Il trattamento va effettuato al mattino presto o a sera tardi, quando l'insetto è presente sulla vite e non in volo».
Una serie di indicazioni che potranno essere utili a tutti i viticoltori chiesani, anche perché, come spiega Gianfranco Sai, vicepresidente di Culturnova del Chiese, «stranamente la Provincia non ha ancora reso obbligatoria questa lotta tramite una determina, almeno sembra non essere ancora stata pubblicata per il 2018, nonostante le varie riunioni informative sul territorio. Ci è stato detto che le cantine sociali hanno invitato tutte le associazioni del settore ad attivarsi per pubblicizzare i trattamenti. Il problema nella zona di Storo sembra gravissimo».
La flavescenza dorata è un fitoplasma, cioè un parassita delle piante considerato una forma di vita intermedia fra un virus e un batterio che vive e si sviluppa all'interno delle piante di vite e si diffonde grazie ad un insetto vettore, lo Scaphoideus titanus o “Cicalina della flavescenza dorata”. Il nome viene dalla colorazione gialla che si diffonde su foglie, tralci e grappoli dei vitigni a bacca bianca da essa colpiti. Sebbene solo di rado la flavescenza dorata arrivi a uccidere le piante infette, il suo propagarsi può causare un grave calo delle produzioni di uva. (s.m.)