Dure critiche per il taglio dei tigli della chiesetta 

Il caso a Lodrone. Ieri mattina abbattute due delle quattro piante presenti sul sagrato davanti alla Madonna dell’Aiuto. Il consiglio pastorale: «Causavano umidità». Il paese: «Sollievo estivo»



Lodrone. Due delle quattro piante di tiglio che si stagliavano maestose di fronte alla chiesetta della Madonna dell’Aiuto, nella frazione storese di Lodrone, sono state abbattute ieri mattina per decisione della parrocchia locale. Il motivo? Facevano ombra al luogo di culto e, come tutte le caducifoglie, producevano fogliame da smaltire in autunno, “colpe” giudicate imperdonabili e quindi punite senza pietà con la “pena capitale”.

L’abbattimento, come detto, è stato ordinato dalla parrocchia di Lodrone. Giovanni Luzzani, uno dei componenti del consiglio pastorale, ne dà conto come segue: «Abbiamo deciso di tagliare 2 dei 4 tigli presenti nel sagrato della chiesa perché facevano ombra alla chiesa e questo causava umidità. C’erano poi lamentele per le foglie che in autunno invadevano la statale. In ogni caso non abbiamo abbattuto tutte e 4 le piante. Due le abbiamo solo potate e a primavera getteranno nuove foglie».

L’abbattimento dei tigli, raccoglie il sostegno anche di alcune delle persone che abitano nei pressi della chiesetta. Una di queste, dietro espressa richiesta di mantenere l’anonimato, ha spiegato così il suo punto di vista: «Le piante coprivano la chiesa e la rendevano poco visibile a chi passava in automobile, adesso invece si vede bene. Poi i rami spesso interferivano con i lampioni e le luminarie natalizie».

Detto che quanto avvenuto è legittimo, visto che il sagrato della chiesetta ricade interamente sotto la potestà della parrocchia, la decisione di eliminare due alberi che facevano bella mostra di sé da decenni lascia a molti l’amaro in bocca. La chiesa della Madonna dell’Aiuto, che risale al 1.600, non ha certo il suo pregio nella facciata esterna, quanto semmai negli interni, e può essere facilmente dimostrato come i tigli non rendessero affatto impossibile notare la struttura, ma che anzi la completassero, rendendola più affascinante proprio perché non immediatamente visibile. Per quanto riguarda i problemi con rami e foglie, una semplice potatura avrebbe potuto risolverli senza ricorrere a misure più drastiche. L’ombra dei tigli avrà forse causato umidità d’inverno ma di certo era molto apprezzata d’estate, quando riparava il sagrato dai raggi del sole, creando un ambiente appartato in cui era piacevole sostare. Tutte ragioni che però non sono valse a nulla, visto che la sentenza emessa ieri mattina è già stata eseguita ed è inappellabile. S.M.













Scuola & Ricerca

In primo piano