Comuni nelle coop, via a Sclemo 

Servizi più vicini: la prossima settimana operazione ascolto della sindaca di Stenico nella frazione



GIUDICARIE. Monica Mattevi, sindaca di Stenico, la prossima settimana incontrerà gli abitanti della frazione di Sclemo, che in tutto sono in 115. A breve farà altrettanto Claudio Pucci, primo cittadino di Borgo Chiese che andrà invece a Brione, 110 residenti, a 5 chilometri da Condino. Il motivo è lo stesso: concordare quali servizi comunali, e non, potrebbe offrire il punto vendita della Famiglia Cooperativa che presidia questi piccoli borghi, come in tante altre parti della provincia. È il primo effetto, operativo, di un protocollo d’intesa firmato l’altra mattina a Trento tra la Federazione Trentina della Cooperazione e il Consorzio dei Comuni, sottoscritto dai rispettivi presidenti, Mauro Fezzi e Davide Gianmoena.

Che i punti vendita di montagna delle Famiglie Cooperative soffrano è ormai noto, che quindi abbiano qualche difficoltà di bilancio pure. Ma cercano di resistere, anche se alcuni hanno chiuso. Quali saranno i servizi offerti ancora non è stato deciso, siamo ad una prima fase sperimentale. Però Monica Mattevi qualche idea ce l’ha. «Con questa iniziativa innovativa - afferma - cerchiamo di far vivere questi presidi del territorio nonostante le difficoltà che hanno. Vorrei sentire prima la popolazione di Sclemo, le esigenze dei residenti. Per poi decidere insieme. Comunque, alla Famiglia Cooperativa potrebbe essere dato il compito, ad esempio, di gestione della sala comunale che sta proprio al piano di sopra, ma lì potrebbe anche trovar posto uno sportello Imi». Il collega di Borgo Chiese, Claudio Pucci, ricorda che di questa possibilità «si è iniziato a discutere ad ottobre: ormai - sottolinea - i piccoli punti vendita sono in difficoltà, hanno pochi clienti. Qualcosa per evitare la chiusura e lo spopolamento delle zone di montagna andava fatto». Michele Pernisi, presidente della Famiglia Cooperativa valle del Chiese, aggiunge che «l’iniziativa potrebbe anche portare vantaggi economici ai punti vendita perché, attraverso l’accordo con le amministrazione comunale del territorio qualche soldo arriverà».

Riguardo ai servizi che potrebbero essere “soddisfatti” dai punti vendita è tutto ancora in discussione. Per fare qualche esempio pratico, un residente, dopo essersi recato nel centro principale (dove ha sede il Comune), per richiedere dei documenti, potrebbe poi andare a ritirarli alla Famiglia Cooperativa, senza doversi sobbarcare qualche altro chilometro di montagna. Lo stesso potrebbe essere per la consegna dei farmaci. «In sintesi, saranno servizi aggiuntivi per garantire la sopravvivenza ai piccoli punti vendita - ha sottolineato il presidente della Cooperazione Fezzi l’altra mattina a Trento - penso si tratti di un momento di innovazione per la cooperazione di consumo, un esempio di cooperazione di comunità». «Chi vive nelle valli, in frazioni lontane - ha affermato Gianmoena - ha diritto agli stessi servizi di chi vive nei centri più grossi o in città. E per riuscire a fare questo sono necessarie sinergie e nuove idee». (pa.pi.)

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