Adamello e Guerra Bianca una mostra che appassiona 

A Caderzone un’esposizione storico-fotografica racconta come le montagne e i paesi della Rendena sono diventati il principale teatro bellico della zona


di Walter Facchinelli


CADERZONE TERME. Palazzo Lodron Bertelli, nel cuore di Caderzone Terme, ospita la mostra “La guerra che verrà”, raccolta di immagini, poesie, racconti, cimeli e sculture che ricordano, cent’anni dopo, la Guerra Bianca. Rifacendosi alla celebre poesia breve di Bertolt Brecht, che con poche pennellate poetiche manifesta il suo pacifismo e il senso di rivolta per tutte le guerre dove le persone «soffriranno fra i vincitori così come fra i vinti», l’associazione “Museo della Malga” ha realizzato una mostra singolare ed emotivamente intensa. Lo storico Alberto Mosca, presidente dell’Associazione museale, ha infatti creato un fil rouge che, in un unico luogo, unisce persone, località ed eventi bellici che hanno trasformato i paesi e le montagne della Val Rendena nel principale teatro della guerra nella zona dell’Adamello.

L’ossatura di questa significativa esposizione è frutto dei contributi storico-documentali e fotografici di Danilo Povinelli, appassionato fotografo e autore di molti e importanti libri sulla Guerra Bianca in Adamello e sul Cavento. Si tratta di una mostra imperdibile, che racconta in modo vivido e reale fatti, avvenimenti, personaggi e anche animali del periodo bellico. Suggestiva la rappresentazione di un crepaccio dentro al quale sono state riposte le fotografie dei molti soldati scomparsi in quota, un ricordo dei molti dispersi che, ora come allora, non hanno una tomba dove essere ricordati o sulla quale posare un fiore. Visitando l’esposizione si rimane colpiti dalle immagini dei paesi rendenesi nel primo conflitto mondiale, dalle grandi opere pittoriche, dai significativi reperti bellici austriaci e italiani e dalle toccanti sculture di Elio Dalpont e Nicola Cozzio.

Marcello Mosca, sindaco di Caderzone Terme e Alberto Mosca nel presentare la mostra hanno sottolineato i tragici momenti del primo conflitto mondiale ma, soprattutto, il ruolo centrale dei soldati mandati lassù a combattere e delle persone coinvolte nei paesi o arruolate come portatrici d’assi. Questa singolare narrazione, resa avvincente da fatti, cose e testimonianze di quel periodo, è importante per conoscere, ricordare e tramandare il messaggio di Bertolt Brecht che ci ricorda che la pace si costruisce solo con la pace e che nessuna guerra potrà mai essere giusta. La mostra è aperta fino al 16 agosto tutti i giorni dalle 16 alle 19 e dalle 20.30 alle 22.

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