Fugatti insiste: «JJ4? La abbatterei domani mattina se me lo fanno fare»

Il presidente della Provincia autonoma di Trento ha parlato a Milano, alla Scuola politica di formazione della Lega: «Se salviamo JJ4, nel 2030 saremo a 170 orsi e poi a 200, e poi conteremo le aggressioni»



MILANO. «Il problema non è l'orsa JJ4, faccia la fine che deve fare, io la abbatterei domani mattina se me lo fanno fare. Il problema non è lei ma i circa 70 orsi in eccesso che ci sono sul territorio rispetto al progetto originale. In Trentino ce ne sono oltre 100 e non si sono mossi nelle altre regioni».

Lo ha detto Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento intervistato alla Scuola politica di formazione della Lega. «So che il tema è molto divisivo fuori dal Trentino invece lì ci unisce molto nella nostra regione - ha aggiunto parlando delle polemiche sull'abbattimento dell'animale - i trentini su questo sono molto uniti, è giusto che gli altri si chiedano perché. Un giovane di 26 anni è morto perché aggredito da un orso, dopo sette, otto aggressioni alle persone, dispiace dirlo ma si sapeva che sarebbe successo, perché non c'è stata la volontà e si è sempre ragionato in termini ideologici».

«Il problema è la convivenza che i trentini hanno con gli orsi, c'è un rischio per l'incolumità delle persone - ha proseguito - dalle istituzioni non mi aspetto che trovino un posto per JJ4 ma per gli orsi che sono in eccesso, così si affronta il problema seriamente. Altrimenti il progetto è destinato a fallire. Altrimenti salviamo JJ4 e nel 2030 saremo a 170 orsi e poi a 200, e poi conteremo le aggressioni».

«Non è più accettabile l'equilibrio uomo e animale con i numeri che ci sono, o troviamo un posto dove spostare questi animali oppure si deve fare come fanno in tutto il mondo - ha concluso Fugatti - dove gli orsi pericolosi li abbattono appena aggrediscono una persona e per quelli in eccesso si fa una selezione. Il Trentino non può snaturare le sue montagne e cambiare il suo approccio alla vita perché ci sono gli orsi»

Sul tema è intervenuto anche il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, secondo cui «bisogna intervenire con meccanismi, che possono essere dei regolamenti, su come deve essere gestita la situazione».

«Si può pensare al trasferimento se ci sono le condizioni, al controllo delle nascite con la sterilizzazione delle femmine, non è una cosa che si fa dall'oggi al domani, è un percorso che dobbiamo mettere in piedi e che durerà qualche anno», ha aggiunto il ministro.













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