Focolaio in ditta di lavorazione carni, i sindacati: "Più controlli nel settore alimentare"
Per Cgil, Cisl e Uil occorre "mettere in campo tutte le strategie di prevenzione, partendo proprio dal mondo del lavoro" (foto tema Ansa)
TRENTO. Desta preoccupazione tra i sindacati il nuovo focolaio di contagi individuato all’interno della Furlani Carni. “Il numero delle persone che ad oggi sono positive è importante: 24 dipendenti di una cooperativa esterna che fornisce lavoratori alla ditta trentina. L’Azienda sanitaria sta monitorando con la massima attenzione la situazione. Per quanto ci riguarda chiediamo che si faccia un tracciamento scrupoloso dei contatti e si sottopongano a tampone tutti i lavoratori per circoscrivere in modo rapido il focolaio. Allo stesso tempo è necessario che Apss rafforzi i sistemi di controllo e monitoraggio in tutti contesti lavorativi e soprattutto in quelli più delicati come alimentare”. Lo dicono i tre segretari di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil apprendendo la notizia dei nuovi contagi.
Domani i tamponi verranno estesi anche ai dipendenti della stessa cooperativa che opera per un’altra azienda trentina del settore. L’allerta anche tra i sindacati è massima.
Elisa Cattani, Katia Negri e Fulvio Giaimo chiedono intanto che Azienda Sanitaria e Uopsal svolgano tutti gli approfondimenti necessari per capire se il contagio è avvenuto all’interno dello stabilimento e se vengono rispettati tutti i protocolli di sicurezza. Non si esclude che il virus si sia diffuso nella comunità di lavoratori che condividono non solo il posto di lavoro, ma anche le abitazioni.
Il mondo della lavorazioni carni che ha visto diversi focolai importanti in altre regioni italiane e anche all’estero. “Pur consapevoli che ci sono aziende sane e al di là del caso specifico dell’azienda coinvolta, il settore della lavorazione delle carni è caratterizzato da pessime condizioni di lavoro, rese più semplici da appalti e sub-appalti all’interno di un’impresa. I lavoratori, il più delle volte giovani stranieri che non sempre conoscono l’italiano nè contratti e diritti, dipendono da cooperative esterne che non sempre rispettano in modo scrupoloso le norme. Questo quadro rende più complesso monitorare le situazioni aziendali e venire a contatto con i lavoratori. In una fase sanitaria delicata come quella attuale la situazione si complica ulteriormente”.
Infine Flai, Fai e Uila ricordano che “questo è il secondo caso di focolaio su un luogo di lavoro e dimostra, purtroppo, come stabilimenti e contesti di lavoro possono essere luoghi a rischio. Per questa ragione è indispensabile mettere in campo tutte le strategie di prevenzione, partendo proprio dal mondo del lavoro per bloccare il diffondersi del contagio anche all’esterno”.
Il sindacato e il Coordinamento Imprenditori provinciale nei giorni scorsi hanno avanzato ufficialmente la richiesta alla Giunta provinciale di un confronto sulle misure di prevenzione che la Giunta Provinciale e l'Azienda Sanitaria intendono attivare per ridurre al minimo i contagi da Covid-19 anche nei mesi autunnali e invernali e sono in attesa di una convocazione da parte del presidente Fugatti.
Serve una campagna diffusa di test sierologici, test rapidi e tamponi, tracciamento dei positivi e la più ampia copertura possibile del vaccino antinfluenzale. “La posta in gioco è altissima e nessuno, in nessun settore produttivo, può permettersi un nuovo blocco totale. L’unico modo per evitarlo è fare prevenzione e pretendere la massima sicurezza”, concludono i sindacalisti.