Fisioterapista accoltellata, il genero estradato in Italia
In videocollegamento da Rebibbia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip convalida l’arresto, Benedict Chika Ibolekwu nei prossimi giorni sarà trasferito a Trento
Bolzano. È arrivato a Roma nella serata di venerdì, è stato subito interrogato in videoconferenza dal giudice per l'indagine preliminare Ivan Perathoner e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al termine dell'udienza di convalida, che ha richiesto l'ausilio di un interprete inglese perché l'uomo ha detto di non parlare il tedesco, il gip ha convalidato la custodia cautelare in carcere. Carcere di Rebibbia, che lascerà in queste ore per essere trasferito a quello di Trento.
Stiamo parlando di Benedict Chika Ibolekwu, il trentasettenne nigeriano sospettato di aver accoltellato, nella tarda serata del 13 febbraio scorso, la sua ex suocera, la sessantaduenne fisioterapista Waltraud Kranebitter, colpendola alla gola nel vano contatori della palazzina di via Cavour 8, dove la donna era scesa per ripristinare la corrente. Di Benedict, su cui si erano fin da subito concentrati i sospetti degli inquirenti, si era persa ogni traccia per giorni. Non aveva più contattato nemmeno la moglie da cui si sta separando, la figlia di Waltraud Kranebitter che, da qualche tempo, aveva messo fine alla loro relazione ed era tornata a vivere con i due figli dai genitori a Bolzano.
Benedict sembrava svanito. Fino a lunedì 4 marzo, quando la polizia tedesca, eseguendo il mandato di arresto europeo emesso dal giudice per le indagini preliminari di Bolzano, ha arrestato l'uomo, raggiunto in una appartamento di Monaco. Le forze dell'ordine bavaresi hanno anche sequestrato cellulari, tablet, laptop e un mazzo di chiavi dell'uomo. A lui, al termine di complesse indagini, i carabinieri sarebbero arrivati attraverso le celle telefoniche che hanno rivelato la presenza del trentasettenne a Bolzano, quella sera, proprio nell'area di via Cavour. Non solo. L'auto dell'uomo, che vive in Baviera, quella sera è stata immortalata in città da alcune telecamere di sicurezza. Non davanti alla casa in cui vive la suocera, ma nelle vicinanze. Troppo, insomma, per pensare a coincidenze. In queste ore, il trentasettenne lascerà il carcere romano per essere trasferito non in quello di Bolzano, troppo affollato, ma in quello di Trento. Assistito da un avvocato altoatesino assegnatogli d'ufficio, Benedict Chika Ibolekwu lo ha poi confermato legale di fiducia. Nei giorni successivi all'arresto l'uomo ha inviato diverse lettere indirizzate alla ex moglie, con la quale i rapporti si erano incrinati da tempo, già mesi prima dell'aggressione, tanto che i contatti si erano azzerati. Missive in cui negherebbe qualsiasi coinvolgimento nell'aggressione. Ma la figlia e i familiari di Waltraud Kranebitter, ancora profondamente scossi da quanto accaduto, hanno deciso di non leggerle. Anzi, le hanno consegnate alla procura di Bolzano nell'eventualità che possano rivelarsi utili alle indagini. Gli scritti saranno accorpati nel fascicolo dell'accusa per tentato omicidio.