«Un progetto alternativo per aprire il punto nascite»
Cavalese, il centrodestra parla di 30/60 giorni e una spesa di 80 mila euro Dura smentita di Zeni e di Bordon: «Bufala». Jorizzo è salito in valle da Roma
CAVALESE. «Esiste un progetto alternativo per riaprire il punto nascite di Cavalese in trenta/sessanta giorni, spendendo un decimo di quanto previsto dall’Azienda sanitaria provinciale». Lo hanno affermato onorevoli e consiglieri provinciali del centrodestra, ieri mattina, in una conferenza stampa. Il progetto alternativo, già nero su bianco e depositato in Azienda provinciale, parla di una spesa massima di 80 mila euro rispetto ai 750 mila euro che dovrebbe spendere la Provincia secondo i dettami del Ministero della salute. Il progetto alternativo sarebbe stato elaborato da associazioni e medici di Cavalese. Ma del progetto cavalesano, sia Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale, sia Luca Zeni, l’assessore provinciale alla sanità, non ne hanno mai avuto copia. Anzi, smentiscono fermamente la sua esistenza.
L’onorevole leghista Maurizio Fugatti invece ne ha confermato la sua esistenza, in conferenza stampa: «Nei giorni scorsi è stato sottoposto all’Azienda sanitaria provinciale l’ipotesi di un progetto che nel giro di 30/60 giorni sistemerebbe il problema sia delle sale operatoria sia della seconda sala parto. E bisogna fare in fretta. Altrimenti i medici se ne vanno. E i medici per riaprire il punto nascita ci sono». Sei ginecologi, sei pediatri, sei anestesisti.
Le dichiarazioni della Lega nord e degli onorevoli del centrodestra hanno scatenato una dura smentita dell’assessore Zeni: «Quella della Lega è una bufala colossale - ha detto al Trentino -. All'Azienda sanitaria non è mai arrivato alcun progetto. Irresponsabile creare aspettative sul nulla, c'è un limite alla campagna elettorale perenne». Il progetto alternativo, marcato centrodestra, che gode anche della collaborazione degli enti e degli artigiani della val di Fiemme e della val di Fassa, non è fattuale. Anzi, sarebbe una «cantonata colossale».
Provincia e Azienda provinciale invece continuano il fitto lavoro per individuare la soluzione idonea per riaprire il punto nascite di Cavalese, dopo l’avvallo del Comitato Nazionale. Il presidente del Comitato nazionale Percorso nascita, Gianfranco Jorizzo, è salito mercoledì a Cavalese invitato dall'assessore Luca Zeni e dal direttore dell'Azienda sanitaria Paolo Bordon. Con loro Jorizzo si è confrontato sul futuro del punto nascita e sulle condizioni necessarie per una sua riapertura. «Noi ci muoviamo in modo serio - rivendica Zeni - la sicurezza viene prima di tutto e per la riapertura serve l'approvazione del Comitato nazionale. Per questo abbiamo voluto che il presidente venisse a Cavalese per rendersi conto di persona della situazione. Lavoriamo per trovare una soluzione più veloce per quanto riguarda le sale operatorie».
Ieri pomeriggio, infine, il gruppo “Fiemme - Giù le mani dall’’ospedale di Fiemme” ha ottenuto una tavola rotonda con sanitari e politici locali «per avere risposte chiare e dirette alle nostre domande». (l.ch.)