«Sul rio Castelìr non viene rilasciato il minimo vitale» 

Ziano, il gruppo di minoranza “Fare Insieme” chiede lumi in Magnifica Comunità e al Servizio Forestale per l’alimentazione dei cannoni da neve a Belvedere


di Francesco Morandini


ZIANO. Sul rio Castelìr non viene rilasciato il minimo vitale, ovvero la quantità d’acqua che deve sempre alimentare il corso d’acqua in presenza di derivazioni per scopi idroelettrici o altro. E’ quanto sostiene in buona sostanza il gruppo di minoranza “Fare insieme” che ha scritto una lettera alla Magnifica Comunità di Fiemme, al Servizio forestale e per conoscenza ai Carabinieri di Predazzo, ricordando la discussione che c’era stata in consiglio comunale a fine novembre nel corso della quale – scrivono i 5 consiglieri di minoranza Nicola Vanzetta, Paolo Giacomuzzi, Eros Rossi, Silvia Vanzetta e Patrizia Vanzo, «è stato chiesto al sindaco un chiarimento in merito all’utilizzo dell’acqua dei rio Castelìr per alimentare i cannoni da neve in località Belvedere, in quanto - sottolineano – poche ore prima il sindaco stesso aveva comunicato al consigliere Paolo Giacomuzzi la sua intenzione di utilizzare l’acqua dei rio Castelìr, omettendo il rispetto del rilascio minimo, con la giustificazione di dover produrre la neve per la Marcialonga oltre che per lo snow park».

Alla richiesta di conoscere chi avrebbe concesso l’autorizzazione, che la minoranza di Ziano ritiene«essere del tutto illegittima considerando che il deflusso minimo vitale è stabilito da una prescrizione provinciale e non da una decisione del Servizio Forestale» la risposta del sindaco sarebbe stata – sempre secondo Fare insieme – «ferma e agghiacciante: avrebbe ottenuto l'autorizzazione dall'ufficio di Predazzo a patto che non si presentasse nessuno a lamentarsi». La lettera fa riferimento a un’espressione colorita che sarebbe stata utilizzata dal forestale, il quale avrebbe concesso l’autorizzazione purché non si fosse presentato il consigliere Paolo Giacomuzzi che in passato – scrivono i suoi colleghi - si era premurato di segnalare il modo irregolare col quale venivano eseguiti i prelievi d'acqua della presa senza rispettare le prescrizioni e i limiti indicati nella concessione.

Poco dopo «nonostante si sia discusso di questo problema in consiglio comunale due giorni prima – sostengono i 5 consiglieri di minoranza - è ricomparso il tappo che, ostruendo il deflusso minimo vitale, devia l'acqua del torrente nel tubo dell'innevamento».

Nella lettera si chiede se le affermazioni del sindaco sono veritiere e se sì, chi ha dato l’autorizzazione. In caso contrario quali controlli s’intendano avviare visto che, «mentre in passato è sempre stato negato che la manomissione del tappo sulla presa fosse responsabilità dell'amministrazione comunale, oggi siamo di fronte ad una conclamata volontà del sindaco».

Abbiamo chiesto un commento al sindaco Fabio Vanzetta che non ha rilasciato alcuna dichiarazione, mentre Bruno Crosignani dell’Ufficio forestale di Cavalese, ha risposto al gruppo Fare Insieme che «nè lo scrivente nè la Stazione Forestale ha dato alcun tipo di autorizzazione in merito, nè scritta nè verbale, non essendo la materia di propria competenza».

La vicenda ha avuto dei risvolti anche nell’ultima seduta del consiglio nel corso della quale è stata ritirata dalla maggioranza l’approvazione del verbale proprio per le dichiarazioni fatte a questo proposito da Paolo Giacomuzzi e dall’assessora Genny Giacomuzzi.

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