Rurale Valle di Fiemme patrimonio da 97 milioni
Cavalese, palazzetto affollato da 955 soci per la prima assemblea post fusione Dalpalù polemica sui crediti deteriorati. Premiato l’ex presidente Zanon
CAVALESE . L’Assemblea dei Soci la Val di Fiemme Cassa Rurale ha approvato il primo bilancio del nuovo istituto nato dalla fusione tra le Casse Rurali di Fiemme e Centrofiemme - Cavalese, operativo dal 1° dicembre 2017. Alla presenza di 955 soci, con 335 deleghe (totale 1290), il presidente Marco Misconel in apertura ha ricordato i soci defunti e l’importante figura del capo sindaco Giancarlo Sontacchi. La parola è passata poi al direttore Paolo Defrancesco che ha illustrato i principali dati del conto economico e dello stato patrimoniale.
Non ancora un vero e proprio bilancio post-fusione: il conto economico, infatti, è composto da 11 mesi di attività della Cassa Rurale di Fiemme e da 1 mese soltanto di attività complessiva. Dati che comunque parlano di una Cassa Rurale in buona salute, che ha chiuso il 2017 con un utile di 2 milioni 721 mila 233 euro. In un contesto globale e nazionale in leggera ripresa, dopo la lunga crisi che non ha risparmiato neanche la valle di Fiemme, è in leggero aumento la raccolta diretta (600 milioni di euro, + 1,2%), mentre cresce notevolmente la raccolta indiretta (199 milioni di euro, + 12%). L’anno ha chiuso con un patrimonio pari a 97 milioni 459 mila 414 euro, cifra notevole che rappresenta, come ama ribadire il direttore, la migliore garanzia per i soci. Il bilancio della Cassa è stato approvato all’unanimità.
C’è stato un unico intervento quello della socia Bruna Dalpalù di Masi di Cavalese che ha lamentato la scarsa trasparenza nelle cifre del bilancio. «Solo un’attenta analisi della nota integrativa - ha sottolineato Dalpalù - ha permesso di evidenziare una decurtazione del patrimonio di 14 milioni di euro per la copertura delle perdite». Il direttore Defrancesco ha comunque chiarito che dette perdite erano generate dai crediti deteriorati che provenivano dalla ex Cassa rurale di Cavalese. La socia Dalpalù ha espresso in fine anche la sua perplessità sulla fusione tra le due casse con la data del 1° dicembre 2017. «Sarebbe stato più corretto, più logico e trasparente - ha evidenziato Dalpalù - che la fusione partisse con il 1° gennaio 2018. In tal modo si sarebbe evidenziato con maggior chiarezza quale era l’istituto di credito che aveva maggiori crediti deteriorati». Al termine dell’assembla, sono stati premiati numerosi amministratori e i sindaci uscenti e i collaboratori che hanno raggiunto il traguardo della pensione.
Lungo applauso di gratitudine per i suoi 31 anni dedicati alla “Cassa” al presidente uscente Goffredo Zanon. (l.ch.)