Ricordati i caduti a Cima Bocche
Moena, la neve non ha interferito con la commemorazione degli alpini in quota
MOENA. La commemorazione dei caduti di guerra a Cima Bocche si è svolta nonostante le condizioni meteo avverse. La notte precedente la neve era caduta in località Val Minera (quota 2360 metri di quota) dove si tiene annualmente la cerimonia. Il direttivo Ana di Moena ha opportunamente deciso di spostare il punto di ritrovo più a valle, precisamente sul piazzale di Malga Bocche. Il programma però è rimasto invariato. Alle 10.30 don Mattia Vanzo ha celebrato la messa affiancato dai rappresentanti di associazioni e d’arma ricordando ai presenti la ricchezza che viene dalla pace. Successivamente il coro Enrosadira di Moena ha eseguito un repertorio di canti di montagna.
Una rappresentanza però è salita sulla montagna per deporre una corona di fiori nel luogo dove sorge un obelisco di pietra, segno dell’originario cimitero di guerra realizzato a ridosso delle linee italiane. Qui avevano trovato posto i soldati italiani caduti nel corso di sanguinosi e reiterati attacchi per la conquista di Cima Bocche. Dell’esistenza di questo cimitero c’è traccia in un articolo scritto da Alcide Degasperi che visitò la zona il 16 agosto 1919. Parole di fuoco bollarono il tragico spettacolo che apparve ai suoi occhi.
Proprio sotto l’obelisco i cadaveri dei soldati seppelliti sotto pochi centimetri di terra (la montagna è composta quasi esclusivamente di porfido) erano diventati cibo per volpi e tassi. Dopo una sommaria sistemazione le salme furono trasferite, nel 1933, nell’ossario di Rovereto e l’obelisco di pietra, unico testimone di tanto dolore, crollò al suolo negli anni Sessanta. Al suo interno fu trovata una pergamena (tuttora conservata a Moena) con una dedica e la firma dei costruttori. Nel 1995, per iniziativa dei Nu.Vol. A. (nuclei di volontariato alpino) di Predazzo è avvenuta la ricostruzione del manufatto e qui ogni anno, tempo permettendo, sono ricordate le vittime di tutte le nazionalità cadute a Cima Bocche.