Moena chiede un «cuore elettrico» 

Mobilità in centro paese. Favorevoli e scettici sull’impianto Navalge - Valbona si sono confrontati per risolvere il nodo del traffico eccessivo In attesa della realizzazione della funivia i residenti spingono per mettere in campo navette “green” per sostituire l’uso del mezzo a motore



Moena. Favorevoli e scettici sull’impianto Navalge - Valbona si sono confrontati nel corso di un dibattito pubblico che ha evidenziato, ancora una volta, come il nodo centrale per la Fata delle Dolomiti sia il traffico. Dopo la realizzazione della circonvallazione la vita interna del paese è cambiata, ma non in maniera soddisfacente per i cittadini che chiedono misure più incisive. Maurizio Sommavilla, presidente della società Funivia Moena, ha informato la platea degli ultimi passaggi amministrativi del progetto relativo al collegamento funiviario Navalge – Valbona.

Progetto pionieristico

Un’opera pioniera nel settore della finanza di progetto dove pubblico e privato si uniscono per trovare reciproche sinergie. Costo complessivo 11 milioni, 236 mila euro di cui 5,5 a carico della Provincia che ha riconosciuto l’opera come progetto di mobilità alternativa. C’è un costo ambientale da pagare (il taglio del bosco per far passare l’impianto) ma la concreta possibilità di ridurre l’uso dell’auto. Per case e alberghi prossimi a Navalge gli sciatori potranno arrivare all’impianto a piedi (con la possibilità di lasciare sci e scarponi alla stazione intermedia di Valbona). Per tutti gli altri è necessario mettere in campo navette elettriche che vadano a sostituire l’uso del mezzo a motore. «L’opera non è un punto di arrivo – ha detto il presidente Sommavilla – ma costituisce uno stimolo importante per rimettere in moto l’economia e la voglia di fare per un intero paese».

L’esperienza

Danilo Dezulian, vicepresidente della SITC (Società incremento turistico Canazei), senza entrare nel merito degli aspetti tecnici del nuovo impianto, ha portato l’esperienza dei collegamenti esistenti in alta Valle di Fassa. Ha spiegato come il collegamento Ciampac – Col dei Rossi (l’ultimo realizzato in ordine di tempo) ha permesso di ridurre il traffico legato alla presenza di 2300 posti letto tra Alba e Penia e la riqualificazione dell’area di partenza. Anche l’impianto di Campitello (Col Rodella) e di Pozza (Buffaure) ha portato modifiche positive nel tessuto economico dei paesi.

Sulla stessa lunghezza d’onda Angel de Larezila che come maestro di sci e rifugista sull’Alpe Lusia ha evidenziato le potenzialità, sopratutto estive, di una montagna che possiede un ricco patrimonio di natura e cultura (con evidenti tracce della Grande Guerra) davvero invidiabile.

Le critiche

A portare le ragioni degli scettici l’architetto Carlo Ganz che ha sollevato dubbi di natura giuridica (la possibilità di realizzare una stazione funiviaria su suolo pubblico e la contrazione del numero di stalli del parcheggio di Navalge) e di carattere ambientale. A sostenere le sue tesi ha utilizzato un video in cui il presidente altoatesino Arno Kompatscher sottolinea l’importanza della sostenibilità ambientale ed economica come parola chiave dello sviluppo futuro. Per Carlo Ganz il nuovo collegamento non va in questa direzione.















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