«L’urbanistica passi al Comun general» 

La procuradora Testor e gli obiettivi del 2019: impegno sul co-housing e una soluzione per la viabilità



VAL DI FASSA. Un 2018 tanto impegnativo per Elena Testor, procuradora del Comun general de Fascia, che per il 2019 indica tra gli obiettivi propri e dei conseieres de procura nuove competenze per il Comun general: «Entro la fine della legislatura - sostiene la procuradora - intendiamo acquisire l’urbanistica, per coordinare una pianificazione coerente della valle». Un 2018 impegnativo, si diceva, culminato nell’emergenza maltempo: in luglio la bomba d’acqua a Moena e, a fine ottobre, gli schianti d’alberi (per 290 metri cubi di legname abbattuto) e le frane. «La valle è stata messa a dura prova - spiega Elena Testor - ma ha reagito mostrando tutta la validità del volontariato e l’unione della comunità». La vallata, poi, in autunno ha festeggiato anche la riapertura del punto nascite dell’ospedale di Cavalese: «È stata la prima interrogazione in Senato quella sul nostro punto nascite, l’unico riaperto finora in Italia. Possiamo, quindi, essere orgogliosi di un risultato, ottenuto dopo tanti incontri con la Comunità di Fiemme e l’Azienda Sanitaria di Trento e il supporto di associazioni come “Parto per Fiemme” e dei valligiani. I servizi sono fondamentali per garantire qualità della vita agli abitanti della montagna».

Un impegno a favore della popolazione locale della procuradora e dell’intero Comun general che si esplica anche con gli interventi del “Piano sociale” (approvato a ottobre) che contiene 36 azioni (alcune già in corso). «Il piano mette in evidenza le nostre caratteristiche, dal calo di natalità, anche se rispetto ad altre zone la Val di Fassa regge, e l’aumento della popolazione anziana. In base alle ricerche e alle esigenze emerse sono state avviate iniziative diverse, come quelle per supportare le famiglie, tra cui “Ensema se muda” a cui aderiscono 45 tra bambini e ragazzi che, dopo la scuola socializzano e studiano insieme, o come lo sportello d’ascolto per sostenere le persone che combattano le dipendenze da alcol, sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo». Una questione importante è quella dell’invecchiamento che propone nuove sfide da affrontare assieme alla Cèsa de Paussa, ma non solo. «Oltre a dare risposte adeguate a lungodegenze e malattie degenerative, le maggiori prospettive di vita ci spingono anche a lavorare al co-housing, che vede il Comun general primo in Trentino per questo tipo di sperimentazione, per persone (parzialmente) autosufficienti, attraverso il modello della “residenzialità leggera” da attuare con la ristrutturazione dell’ex caserma Vittorio Veneto». Infine il fronte della mobilità, problema prioritario per la valle: «Abbiamo organizzato diversi incontri e valutato proposte per trovare quanto prima una soluzione. Nel corso del 2019, poi, sarà completata la pista ciclabile, si lavorerà alla rotatoria di Sèn Jan, ora provvisoria, e sarà messa in sicurezza della strada di Forno». Tra gli impegni da portare a termine anche il “Piano territoriale di comunità” per cui si sta lavorando alle aree sciabili della valle.













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