L’ex caserma di S. Giovanni diventerà un centro diurno 

La nuova sanità in Fiemme e Fassa. L’assessore provinciale Segnana ieri ha visitato le strutture delle due vallate. Nelle Rsa mancano infermieri: «Troveremo una soluzione» 


Valentina Redolfi


San giovanni di fassa/sèn jan. Per tutta la giornata di ieri, l’assessora provinciale alla sanità Stefania Segnana è stata in visita nelle valli di Fassa e Fiemme. Come spiegato durante la conferenza stampa di fine giornata, la finalità della visita è in linea con la politica avviata fin da subito dell’attuale Giunta provinciale, ossia essere più vicini al territorio. «Andare di persona nei territori – ha detto l’assessora – per valutare le problematiche, recepire le richieste e trovare delle soluzioni condivise con le amministrazioni locali».

Partenza da Predazzo

La giornata è iniziata con la visita alla Rsa di Predazzo che domani vedrà l’insediamento del nuovo direttore e poi è proseguita in Fassa: alla Rsa di San Giovanni di Fassa, al centro Anffas e Laboratorio Sociale Ensama e al Comun general de Fascia con il Consiglio sulla sanità al quale hanno partecipato gli amministratori delle due valli. Fra i molti, la Procuradora del Comun general de Fascia Elena Testor, il presidente della Comunità di Fiemme Giovanni Zanon e il direttore dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Paolo Bordon.

Le criticità

Fra le criticità principali individuate nelle Rsa di Fassa e Fiemme e già presenti nel resto del Trentino e anche a livello nazionale, c’è la carenza di infermieri: la maggior parte appena possono chiedono il trasferimento all’Azienda Sanitaria che paga meglio, ma molti, soprattutto in val di Fassa, hanno difficoltà a rimanere per il “caro affitti”. Problemi maggiori dunque ci sono alla Rsa di Fassa che nelle prossime settimane si troverà ad avere problemi di turni. L’assessora provinciale ha espresso la volontà di trovare una soluzione e oltre a ciò ha espresso soddisfazione per la struttura Anffas e anche per il progetto di “co-abitazione” presentato dal Comun general de Fascia per la caserma Vittorio Veneto a San Giovanni. Si prevede qui di ristrutturare l’edificio e ospitare un centro diurno, un centro giovani, appartamenti di co-abitazione per anziani e uffici dei Servizi Sanitari. Il progetto ora verrà portato agli Uffici provinciali per valutare costi di ristrutturazione e di futura gestione di un progetto su più livelli e generazioni.

Il futuro dell’ospedale

Il direttore generale Paolo Bordon ha parlato dei lavori all’ospedale di Cavalese: sono stati portati a termine i lavori per il reparto nascite e con il 7 ottobre (fine per la stagione invernale 2019/20) si inizia con la sistemazione logistica del Pronto Soccorso. Da gennaio 2020 inizieranno i lavori per l’antincendio (700 mila euro) e altri lavori e acquisti macchinari per 1 milione e 500 mila euro.

Sia la Procuradora Testor che il Presidente Zanon si sono ritenuti soddisfatti della visita dell’assessora Segnana la quale, contro le polemiche, ha ribadito la bontà del reparto nascite di Cavalese che si basa, non sulla logica dei numeri, ma su una logica di servizio per una comunità di montagna, lontana dal centro e che aderisce (conferma il massimo dirigente Paolo Bordon) con gradimento ai servizi sanitari offerti sul territorio.













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