fiemme e fassa 

L’appello del Fai agli agricoltori: usate meno liquami

FIEMME E FASSA. Grazie alla primavera e alla bella stagione, tutti avvertiamo un'incontenibile voglia di stare all’aria aperta. Tutto riprende vita, la natura si risveglia e con essa anche i cinque...



FIEMME E FASSA. Grazie alla primavera e alla bella stagione, tutti avvertiamo un'incontenibile voglia di stare all’aria aperta. Tutto riprende vita, la natura si risveglia e con essa anche i cinque sensi: compreso l'olfatto. Purtroppo, negli ultimi anni, un odore sgradevole, acre e nauseabondo sta invadendo prepotentemente, i nostri spazi vitali. Il riferimento va al letame che non è più il letame sano e “profumato” che utilizzavano i nostri nonni ma è un mix di sostanze acide e chimiche che tolgono il fiato e la voglia di godere delle nostre belle passeggiate in mezzo ai campi e alla natura. Questi reflui zootecnici hanno un odore così forte e ributtante da penetrare le mura delle case e le trame dei vestiti che, sempre più spesso, non possono essere stesi al sole. «Come se non bastasse - scrive in una nota il presidente del Fai di Fiemme e Fassa dottor Roberto Daprà - l’alta acidità dei liquami non fermentati, sparsi abbondantemente sui nostri prati, ha ridotto prepotentemente la ricchezza delle specie prative eliminando gran parte delle tipologie floreali, tipiche dell'ambiente di montagna. Questo fatto ha comportato non solo la perdita della bellezza dei profumi e dei colori primaverili ma ha influito anche sulla scomparsa delle api che, nonostante siano piccoli insetti che si cibano di polline, sono importantissimi per l’ecosistema. Rivolgo ai nostri agricoltori l’invito a limitare il più possibile lo spargimento di tali sostanze che potrebbero avere ripercussioni sulla salute delle persone che soffrono di particolari patologie». (l.ch.)















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