soraga - la collezione di manuela rossi 

Il fascino degli stampi da burro 

Oggi alle 13.30 la trasmissione “Eat Parade” al rifugio Fuciade 


di Elisa Salvi


SORAGA. La ricca collezione di stampi da burro di Emanuela Rossi, del Rifugio Fuciade, raggiunge il vertice della celebre classifica di “Eat Parade” del Tg2. Oggi, 30 marzo, alle 13.30, appena terminato il telegiornale di Rai Due, va in onda la rubrica che si occupa di alimenti, gastronomia e tutto ciò che ha a che fare con la cultura del buon cibo, che dedica un servizio a una raccolta davvero unica, che è una delle tante chicche di uno dei presidi alpini più raffinati delle Dolomiti. Emanuela, assieme al marito Sergio, ha iniziato a raccogliere gli stampi alcuni anni fa ed ora ne conta più di trecento: «Il più antico – spiega Emanuela – risale alla fine dell’Ottocento e il più recente, invece, è di fine Novecento. Ho sempre trovato grande fascino in questi oggetti di uso quotidiano. Ognuno di loro racconta una storia, attraverso le forme, più o meno grandi per formare i panetti di burro, e le decorazioni, per lo più marchi e fiori dei nostri prati, fedelmente riprodotti». Gli stampi sono in bella mostra, assieme a quadri, sculture, strumenti musicali antichi, in quel rifugio che non solo accoglie gli ospiti nello splendore (di ogni stagione) della conca di Fuciade con un’ottima gastronomia, ma offre l’opportunità di ammirare tante opere d’arte, là dove non ti aspetti di trovarle.

La collezione dei Rossi dei “Legni da burro”, nel 2014, è stata raccolta anche in una preziosa pubblicazione curata da Danilo Valentinotti. Trecento pagine, dense di informazioni e di immagini, che presentano la ricchezza dell’arte popolare che si esplica attraverso soluzioni innovative, come gli stampi componibili per i formati più piccoli del burro, i decori minuti, le zangole e gli altri attrezzi del mestiere. Tutto parla la lingua del sapere e del saper fare, legata all’arte casearia, ma anche all’intaglio del legno e a tutte le risorse che, un tempo, si mettevano in atto lì dove non sempre era scontato superare un inverno nevoso o un’estate arida. Un idioma sincero che, nella collezione di Emanuela Rossi, si esprime con dolcissime parole di burro.













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